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“Siamo qui per continuare a mettere al centro i piccoli”. Anna Teresa Borrelli, responsabile nazionale dell’Azione cattolica ragazzi, ha apertoa Bologna, il seminario di studio “#Tesseredigitali: discernere, condividere, agire”, dove hanno partecipato 200 educatori dell’Acr provenienti da tutta Italia.
Presente anche una delegazione della nostra diocesi formata da: Lorenzo Felici, Maria Grazia Spinelli, Cristina Capretti, Paola di Felice, Giacomo Paolini, Enrico Paoletti.

“In che modo possiamo continuare a tessere le trame della nostra vita e mantenere la nostra unicità all’interno del variegato mosaico del mondo digitale? Come aiutare – si chiedeva l’Acr in vista del seminario – i ragazzi a interpretarne e decodificarne i linguaggi per abitarli con consapevolezza e creatività anche nell’ottica missionaria?”. Tra i partecipanti figurano monsignor Dario Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede; mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna; numerosi i relatori esperti del settore. La cura dei lavori, che proseguiranno fino a domani al Camplus Living Bononia, è affidata a Anna Teresa Borrelli e don Marco Ghiazza, responsabile e assistente nazionale dell’Acr. Borrelli ha aggiunto nel saluto iniziale: “Questo seminario si colloca nel solco dei 25 anni di ratifica da parte dell’Italia della Convenzione dei diritti dell’infanzia e diciamo che l’Acr è sempre stata attenta a mettere al centro i piccoli”. Al seminario di Bologna, che prosegue e conclude il percorso avviato con il precedente “Cresceredigitali”, vengono presentati video realizzati con le testimonianze dei ragazzi dell’associazione (sono 150mila i ragazzi iscritti all’Ac), materiali web e a stampa (riviste, libri).

“Domandiamoci che cosa significa farci carico di un accompagnamento educativo di un ragazzo che è già parte dell’umanità mediale: questa è la domanda che vi dovete porre per fare una buona diagnosi e intercettare la corretta terapia”: Viganó si è presentato agli educatori dei ragazzi presenti al seminario come “chi accoglie un invito a parlare e dialogare con amici”. Ha quindi raccontato di vivere in presa diretta l’esperienza “della ristrutturazione e della riforma della comunicazione” vaticana “al tempo della convergenza digitale”. Da qui un’analisi approfondita sulle trasformazioni storiche e nel presente delle modalità di comunicare e dei mezzi e linguaggi della comunicazione. In tale contesto, ha affermato, “i cattolici devono essere intellettuali ‘di prima fascia’, non dei mediocri, perché il servizio al vangelo si fa pienamente”, con passione e competenza. Ciò vale specialmente in relazione alla missione educativa. Mons. Viganò ha fra l’altro osservato: “I media sono ovunque, anzi forse noi stessi siamo i media, e per questo i media non esistono più, esiste un’umanità mediale”.

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