DIOCESI – Don Vincent Ifeme, in qualità di direttore dell’ufficio ecumenico della nostra diocesi, ha partecipato ad un convegno sull’ecumenismo tenutosi a Trento, organizzato dall’ UNEDI (l’ufficio ecumenico italiano), in lingua italiana. Ho colto l’occasione per incontrarlo e porgli qualche domanda sul dialogo ecumenico.
Cos’è il dialogo ecumenico?
“È il cammino che le Chiese cristiane di tutto il mondo fanno per cercare l’unità. Cristo ha detto – Che sia una, come io e te Padre siamo uno”
So che hai partecipato al convegno sull’ecumenismo a Trento. Quali sono le sfide che oggi interessano il dialogo ecumenico?
“La Chiesa cattolica ha fatto molti passi in avanti dopo il Concilio Vaticano II diventando la madre in questo cammino. Il dialogo comincia dai protestanti: quando evangelizzavano nei paesi africani, il primo ostacolo che incontravano era la divisione tra i cristiani, ed è da qui che nasce il loro desiderio.
Attualmente vi è la questione dei sacramenti: cattolici e protestanti non condividono la tavola eucaristica e questo è segno di divisione. Quello di prendere insieme l’eucarestia è un desiderio di tutti.
Durante il convegno a Trento nella cattedrale di San Virgilio abbiamo condiviso del pane non consacrato, un gesto simbolico nella speranza che la prossima volta quel pane sia consacrato. Il problema sta nel capire se è meglio prima condividere il pane e poi comprenderne il significato o viceversa.
Un altro problema è l’ordinazione delle donne, nei cristiani protestanti le donne possono essere pastori nella comunità. Mentre per i cattolici il sacerdozio è un ordine sacramentale, il ministrante è successore degli Apostoli, mentre tra i protestanti non esiste questa concezione.
Inoltre si continua ancora a discutere sulla storica questione del primato del Papa, ma non sarà facile arrivare ad un punto d’incontro anche il Santo Padre ha detto “Se aspettiamo che i teologi si mettano d’accordo su questioni teologiche, ritornerà prima Gesù Cristo”
Ci si confronta maggiormente su temi dove esige il consenso di tutti, quelli di carattere etico come ad esempio l’omosessualità e l’aborto.”
Quali sono state le nuove proposte se ce ne sono?
“Il cammino è già una proposta. Anche se non si formerà mai un’unica Chiesa, camminare insieme è di per se segno di unione. Quello che si cerca è dunque una “diversità riconciliata”.
Dal punto di vista pratico è stato proposto un libro di Inni : una raccolta che contenga i canti cattolici e protestanti. Durante il convegno a Trento è stato fatto un di concerto con questi canti che abbiamo in comune. Se è vero che chi canta prega due volte, allora già si è pregato insieme.
Poi è stato riproposto l’ecumenismo della carità: un corridoio umano per esempio in Siria dove tutti si stanno impegnando nel portar via, tutelare i cristiani perseguitati. Qui non si tratta di differenze di dottrina dunque si collabora al 100%.
Sei stato l’unico rappresentate della nostra diocesi?
“La nostra diocesi si sta muovendo a piccoli passi. Per la prima volta l’ufficio ecumenico è stato istituito due anni fa, ed io sono il primo ed unico direttore; mentre la prima preghiera ecumenica è stata fatta solo l’anno scorso.
Questa volta al convegno sono stato l’unico rappresentante della nostra diocesi, ma per la prossima volta confido di portare anche qualcun altro con me”.