“Anche il referendum di domenica impone una riflessione sull’Europa”. Lo ha affermato il cardinale Angelo Scola nel “Discorso alla città”, pronunciato durante i vespri della viglia della patronale di sant’Ambrogio, dinanzi a un’assemblea numerosa, e alla presenza delle autorità civili e ai rappresentanti delle diverse comunità religiose del capoluogo lombardo. “Senza entrare nell’esito dello stesso” voto popolare, ha detto l’arcivescovo, “non possiamo negare che il risultato del referendum è anche, nello stesso tempo, conseguenza e provocazione della situazione europea. Apre un compito per tutti i cittadini italiani, i corpi intermedi e le istituzioni. Ci riguarda in termini personali e collettivi. Ci riguarda come città”. “Non possiamo però negare che questo compito tocchi specialmente a quanti sono impegnati con la difficile arte della politica.
Vorrei richiamare loro ciò che Platone diceva circa la natura della personalità e dell’azione di un buon politico: ‘deve essere capace di intrecciare un solido ordito con una tenera trama. Il politico è chiamato a comporre pareri opposti e opinioni diverse soprattutto in momenti di alta conflittualità sociale. E per questo gli serve un responsabile coinvolgimento in prima persona, il coraggio dell’impopolarità e la retta moderazione’. La politica non può avere nel consenso immediato l’unico criterio di azione”.