“La promozione della sicurezza nucleare deve proseguire affrontando importanti sfide, migliorando gli sforzi finora limitati, insufficienti e spesso rallentati per prevenire la proliferazione e procedere verso un mondo libero da armi nucleari”. Ne è convinto monsignor Antoine Camilleri, sotto-segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, che intervenendo alla Conferenza internazionale sulla sicurezza nucleare dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, in corso a Vienna fino al 9 dicembre sul tema “Impegni e azioni”, ha affermato che “per rispondere in maniera adeguata alle sfide della sicurezza nucleare, la Santa Sede ritiene essenziale che la comunità internazionale abbracci un’etica di responsabilità, al fine di favorire un clima di fiducia e di rafforzare la sicurezza collaborativa attraverso il dialogo multilaterale”. “La logica della paura e della diffidenza che trova la sua sintesi nella deterrenza nucleare deve essere sostituita da una nuova logica di etica globale”, ha ammonito l’esponente vaticano, secondo il quale “abbiamo bisogno di un’etica di responsabilità, solidarietà e sicurezza collaborativa adeguata al compito di tenere sotto controllo il potere della tecnologia nucleare”. “Le minacce alla sicurezza nucleare costituiscono gravi sfide sul piano tecnico e su quello diplomatico”, ha proseguito Camilleri: “Per rispondervi, occorre affrontare le dinamiche più ampie della sicurezza, della politica, dell’economia e della cultura, che guidano attori statali e non statali nel cercare sicurezza, legittimità o potere nelle armi nucleari”.
“Il lavoro di rafforzamento della sicurezza nucleare, che riveste un’importanza cruciale”, per la Santa Sede “va svolto nel contesto di sforzi molto più ampi per promuovere lo sviluppo socio-economico, la partecipazione politica, il rispetto dei diritti umani fondamentali e lo stato di diritto, come anche la cooperazione e la solidarietà a livello regionale e internazionale”. Tra gli ambiti in cui “sono richiesti sforzi maggiori”, Camilleri ha segnalato “la protezione fisica del materiale nucleare”, perché “il mancato controllo del materiale nucleare potrebbe avere conseguenze catastrofiche”, e “il contrasto di minacce interne e la prevenzione di cyber-attacchi a dati e strutture sensibili”. Su questo versante, in particolare, “occorre impegnarsi ad aumentare il livello di sicurezza delle informazioni e dei computer, così come occorre preservare la riservatezza delle informazioni pertinenti alla sicurezza nucleare”. Infine, “la cooperazione tra gli Stati è essenziale, poiché tante minacce alla sicurezza nucleare non rispettano i confini e sono agevolate dall’instabilità politica e dalle crisi che purtroppo affliggono molte zone del nostro mondo”.