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Papa: “Le Chiese siano oasi di bellezza anche in contesti degradati”

Zenit di Salvatore Cernuzio

Cita Benedetto XVI, Italo Calvino e la sua Laudato si’, Papa Francesco, per incoraggiare gli artisti ad impegnarsi a rendere “oasi di bellezza”, sempre più umani, i luoghi della convivenza sociale. Nel suo Messaggio per la XXI Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie, letto dal cardinale Parolin, il Pontefice si riallaccia al tema “suggestivo e interessante” dell’incontro che si svolge oggi pomeriggio presso il Palazzo della Cancelleria: Scintille di bellezza per un volto umano delle città.

“Scintille” che il Papa, nella missiva indirizzata al card. Gianfranco Ravasi, invita a ricreare “nei contesti più degradati e imbruttiti”, attraverso piccoli interventi a carattere urbanistico, architettonico e artistico, in modo da ridarvi “un senso di bellezza, di dignità, di decoro umano prima che urbano”. “Anche nelle periferie – si dice convinto il Pontefice – ci sono tracce di bellezza, di umanità vera, che bisogna saper cogliere e valorizzare al massimo, che vanno sostenute e incoraggiate, sviluppate e diffuse”.

Per questo, ad esempio, “è necessario che gli edifici sacri, a cominciare dalle nuove chiese parrocchiali, soprattutto quelle collocate in contesti periferici e degradati, si propongano, pur nella loro semplicità ed essenzialità, come oasi di bellezza, di pace, di accoglienza”, sottolinea Bergoglio, probabilmente in riferimento a quel filone modernista che ha deturpato i volti di tante Chiese in Italia e nel mondo.

Le Chiese, proprio a partire dalla loro arte e architettura, devono invece favorire davvero “l’incontro con Dio e la comunione con i fratelli e le sorelle, diventando così anche punto di riferimento per la crescita integrale di tutti gli abitanti, per uno sviluppo armonico e solidale delle comunità”.

“Prendersi cura delle persone, a cominciare dai più piccoli e indifesi, e dei loro legami quotidiani, significa necessariamente prendersi cura anche dell’ambiente in cui essi vivono”, afferma Francesco. “Piccoli gesti, semplici azioni, piccole scintille di bellezza e di carità possono risanare, ‘rammendare’ un tessuto umano, oltre che urbanistico e ambientale, spesso lacerato e diviso, rappresentando una concreta alternativa all’indifferenza e al cinismo”.

Come affermava nella Laudato Si’: “Prestare attenzione alla bellezza e amarla ci aiuta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare e apprezzare il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scrupoli”.

In tal senso, il compito degli artisti si fa “importante e necessario”, ancor più se essi sono credenti e “si lasciano illuminare dalla bellezza del vangelo di Cristo”. Bisogna “creare opere d’arte che portino, proprio attraverso il linguaggio della bellezza, un segno, una scintilla di speranza e di fiducia lì dove le persone sembrano arrendersi all’indifferenza e alla bruttezza”, incoraggia Papa Francesco.

Perché, come scriveva Calvino nelle Le città invisibili del 1972, “le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure”. E “forse tante città del nostro tempo, con i loro sobborghi desolanti, hanno lasciato molto più spazio alle paure che ai desideri e ai sogni più belli delle persone, soprattutto dei più giovani”.

Anche Benedetto XVI, nell’udienza del 2009 agli artisti, in Cappella Sistina, osservava: “Il momento attuale è purtroppo segnato, oltre che da fenomeni negativi a livello sociale ed economico, anche da un affievolirsi della speranza, da una certa sfiducia nelle relazioni umane, per cui crescono i segni di rassegnazione, di aggressività, di disperazione…”. Allora, “che cosa può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull’orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza?”.

“L’esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale – affermava Ratzinger, e Bergoglio sottoscrive – non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello”.

Allora architetti e pittori, scultori e musicisti, cineasti e letterati, fotografi e poeti, artisti di ogni disciplina, tutti “sono chiamati a far brillare la bellezza soprattutto dove l’oscurità o il grigiore domina la quotidianità”. Essi “sono custodi della bellezza”, afferma il Vescovo di Roma, “annunciatori e testimoni di speranza per l’umanità”, chiamati “ad avere cura della bellezza”. Perché “la bellezza curerà tante ferite che segnano il cuore e l’animo degli uomini e delle donne dei nostri giorni”.

Su questa scia, volendo “incoraggiare e sostenere particolarmente i giovani che nell’ambito delle diverse arti si impegnano ad offrire un serio e valido contributo all’umanesimo cristiano”, Papa Francesco ha assegnato il Premio delle Pontificie Accademie, ex aequo, a Chiara Bertoglio, per la sua ricerca in campo musicologico e letterario nonché per la sua attività concertistica; e a Claudio Cianfaglioni per la sua ricerca poetica e lo studio di alcune significative figure poetiche e letterarie contemporanee, tra cui padre David Maria Turoldo, in occasione del centenario della nascita.

Inoltre, in segno di incoraggiamento per la ricerca artistica in due diversi e complementari ambiti musicali, il Papa ha assegnato la Medaglia del Pontificato a Michele Vannelli, Maestro di Cappella della Basilica di San Petronio a Bologna, e al compositore e musicista Francesco Lorenzi, fondatore del gruppo musicale The Sun.

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