È quanto afferma padre Federico Lombardi, già direttore della Sala Stampa vaticana, in un intervento pubblicato da “La Civiltà Cattolica” in occasione dell’imminente ottantesimo compleanno del Pontefice.
Per Lombardi, “Francesco è molto attento a non restare legato a nessuna ideologia” e “si appoggia sulla base solida della dottrina sociale della Chiesa, ma invita a guardare avanti, affermando valori positivi evidenti, che offrono ispirazione e attorno ai quali si crea un largo consenso”. Ma “la profezia di Francesco” – secondo il gesuita – “emerge quando ci propone i suoi ‘sogni’ e ci invita a sognare”. Si tratta di un messaggio che Papa Francesco “rivolge a tutti, senza limiti religiosi o confessionali e barriere di sorta”. “Tuttavia – aggiunge Lombardi – è giusto e doveroso riconoscere che esso ha un’origine e un’ispirazione radicalmente evangeliche”. A segnare il ministero del Papa è “la ‘cultura dell’incontro’ fra le persone concrete” che lui stesso vive “non solo con le persone comuni, ma anche con quelle che ricoprono altissime responsabilità”. Lombardi osserva poi che “il Papa non ha paura di ‘ripetersi’” perché “sa bene quanta insistenza e costanza ci vogliano per far entrare nell’attenzione comune gli argomenti dolorosi e spiacevoli, da cui si preferisce allontanare lo sguardo”. Ciò vale per “i temi della pace, della giustizia, della disoccupazione, della solidarietà, dei poveri, dei migranti, delle vittime della violenza e della tratta” o per la “terza guerra mondiale a pezzi”.
“Il programma fondamentale di Papa Francesco è annunciare la gioia del Vangelo per tutti gli uomini. E il contenuto del Vangelo, cioè la Buona Notizia, è la misericordia di Dio Padre”.
Si tratta di un messaggio “espresso con libertà e senza complessi da un testimone autorevole e credibile come Papa Francesco” e che “si sta rivelando una fonte nuova ed efficace di riflessione, di orientamento e di speranza nel mondo di oggi anche molto al di là dei confini della Chiesa cattolica”. Ciò vale, ad esempio, per l’enciclica “Laudato si’” che, per Lombardi, rappresenta “l’intervento finora più ampio e articolato di Papa Francesco sulle grandi domande dell’umanità”. Con parole e gesti, il Papa si è attirato “l’attenzione e il rispetto di un grande leader di statura mondiale” diventando “a poco a poco interlocutore efficace dell’intera umanità in cammino”. Questo anche nel contesto della geopolitica: “È al di sopra delle parti – osserva Lombardi – ed è un leader globale, che guarda all’Europa e le parla con larghezza di orizzonti e piena libertà”. Inoltre “critica duramente le forme oppressive del potere, ma non rimane mai prigioniero di contrapposizioni religiose, ideologiche o politiche”. Per Lombardi, “il Papa vuole mettere la sua indiscutibile capacità di leadership al servizio dell’ampliamento della partecipazione responsabile nella comunità umana in tutti i suoi livelli” perché “ha grandi orizzonti, ma non è un ingenuo: ha un senso realistico delle difficoltà, della durezza dei conflitti, della complessità delle situazioni”.