È quanto ha detto Papa Francesco nella Messa a Casa Santa Marta rivolgendosi anche alle coppie di sposi, nel 50° di matrimonio, presenti alla celebrazione.
La liturgia della Chiesa anche oggi, come negli ultimi due giorni, fa riflettere sulla figura di Giovanni il Battista, presentato nel Vangelo come il “testimone”. “Ed è questa la sua vocazione”, ha spiegato il Papa nell’omelia – riporta Radio Vaticana -, “dare testimonianza di Gesù”, “indicare Gesù”. Giovanni è dunque il “provvisorio che indica il definitivo” e il definitivo è Gesù. “Questa – ha osservato il Papa – è la sua grandezza”, dimostrata ogni volta che il popolo e i dottori della legge gli domandavano se fosse o meno il Messia, e lui in modo chiaro rispondeva: “Io non lo sono”. È “umile”, “si annienta Giovanni”, ha sottolineato ancora il Papa, “prendendo la stessa strada che prenderà Gesù dopo”, quella dello “svuotarsi di sé”.
E sarà così fino alla fine: “Nell’oscuro di una cella, in carcere, decapitato, per il capriccio di una ballerina, l’invidia di un’adultera e la debolezza di un ubriaco”. Dovendo farne un ritratto, è il pensiero di , “soltanto questo dovremmo dipingere”. Un’immagine che il Papa ha rivolto poi ai fedeli presenti, religiosi, vescovi e anche coppie che celebrano il 50°, esprimendo un auspicio: “È una bella giornata per domandarsi sulla propria vita cristiana, se la propria vita cristiana ha sempre aperto la strada a Gesù, se la propria vita è stata piena di quel gesto: indicare Gesù. Ringraziare per tante volte che l’hanno fatto, ringraziare e ricominciare, dopo il 50°, con questa vecchiaia giovane o gioventù invecchiata – come il buon vino! – dare il passo in avanti per continuare a essere testimone di Gesù. Che Giovanni, il grande testimone, vi aiuti in questa nuova strada che oggi voi, dopo la celebrazione del 50°, di sacerdozio, di vita consacrata e di matrimonio, incominciate”.