“Vi chiedo di pregare affinché il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese”. Con queste parole Papa Francesco domenica all’Angelus ha rivolto un pensiero al Paese africano che sta vivendo momenti di grande tensione.
Mancano infatti poche ore allo scadere del secondo e ultimo mandato del presidente Kabila che non ha voluto indire nuove elezioni per la sua successione. Una decisione che ha provocato forti proteste e scontri, sopratutto ad Est dove si contano già sei morti: un casco blu sudafricano, un poliziotto e 4 insorti. Si temono ulteriori e peggiori violenze nelle prossime ore. La capitale Kinshasa è presidiata dalle forze dell’ordine e Paesi come il Belgio hanno invitato i propri cittadini a lasciare quei territori.
L’opposizione chiede garanzie perché Kabila non rimanga al potere per un terzo mandato consecutivo, vietato dall’attuale Costituzione, e parla di “profonde divergenze”, in particolare sulle modifiche alla Carta costituzionale. Le trattative dovrebbero riprendere il 21 dicembre e si chiede che le presidenziali si tengano entro il 2017.
Da parte sua, la Chiesa congolese – informa la Radio Vaticana – sta conducendo un’opera di mediazione. I vescovi hanno lanciato un appello a governo e opposizione perché proseguano il dialogo e trovino “una soluzione alla crisi politica”. Proprio oggi Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano il presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo, mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani, accompagnato dal vicepresidente, mons. Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Mbandaka-Bikoro. Durante i colloqui, si è parlato della difficile situazione politica del Paese e il Papa ha assicurato la sua vicinanza e preghiera.