“Parlare con i nonni, ascoltare i nonni”. E poi, “costruire la pace”. Ai ragazzi dell’Azione Cattolica, ricevuti ieri in udienza per gli auguri di Natale, Papa Francesco affida i “compiti” da fare a casa durante le vacanze. A fine udienza, ricorda poi un “nonno” speciale che il Signore ha chiamato a sé: mons. Mansueto Bianchi, assistente ecclesiastico generale dell’AC dal 2014, morto lo scorso 3 agosto per una malattia. “Gli volevo tanto bene” confessa il Papa, e prega “che lui, dal cielo, ci insegni a parlare con i nonni e ascoltare i nonni. Aveva un nome bello: Mansueto, un uomo mite, un uomo buono, un nonno buono… Che lui ci insegni! E vi invito a pregare una Ave Maria per lui”.
Nel suo discorso ai ragazzi, il Santo Padre parla invece di gioia; la stessa che l’angelo rivela ai pastori in quell’annuncio che risuonerà a Natale: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,10-11). “La nascita di Gesù è annunciata come una ‘grande gioia’ originata dalla scoperta che Dio ci ama e, attraverso la nascita di Gesù, si è fatto vicino a noi per salvarci. Siamo amati da Dio. Che cosa meravigliosa!”, esclama Bergoglio.
“E tu – dice ad uno dei ragazzi – ti ricordavi di questo, una ‘grande gioia’?”. “Quando siamo un po’ tristi – aggiunge – quando sembra che tutto vada storto, quando un amico o un’amica ci delude, o piuttosto noi deludiamo noi stessi, pensiamo: ‘Dio mi ama’; ‘Dio non mi abbandona’. Sì, ragazzi, il nostro Padre ci è sempre fedele e non smette un istante di volerci bene, di seguire i nostri passi e anche di rincorrerci quando ci allontaniamo un po’. Per questo nel cuore del cristiano c’è sempre la gioia. Sempre!”.
Questa gioia – afferma il Papa – “si moltiplica condividendola”. “Accolta come un dono”, essa “chiede di essere testimoniata in tutte le nostre relazioni: in famiglia, a scuola, in parrocchia, dappertutto”. In questo i ragazzi dell’Azione Cattolica sono aiutati dal loro cammino formativo, riconosce Francesco, che quest’anno ha come slogan “CIRCOndati di GIOIA”. “È suggestiva questa metafora del circo, che è un’esperienza di fraternità, di gioia e di vita ‘nomade’”, osserva. “L’immagine del circo può aiutarvi a sentire la comunità cristiana e il gruppo nel quale siete inseriti come della realtà missionarie, che si muovono di paese in paese, di strada in strada ‘CIRCOndando’ di gioia quanti incontrate ogni giorno. Annunciando a tutti l’amore e la tenerezza di Gesù, diventate apostoli della gioia del Vangelo”.
Una gioia che è “contagiosa” e che, ribadisce il Papa, “va condivisa con tutti”, in modo speciale con i nonni. “Parlate spesso con i vostri nonni”, esorta, “anche loro hanno questa gioia contagiosa. Domandate a loro tante cose, ascoltateli, loro hanno la memoria della storia, l’esperienza della vita, e per voi questo sarà un grande dono che vi aiuterà nel vostro cammino. Anche loro hanno bisogno di ascoltarvi, anche i nonni hanno bisogno di voi, hanno bisogno di ascoltarvi, di capire le vostre aspirazioni, le vostre speranze”. Loro, anziani, “hanno la sapienza della vita”.
“Parlare con i nonni, ascoltare i nonni”: è dunque il compito. “Poi l’anno prossimo vi domanderò su questo, cosa avete fatto…”, scherza Francesco. E conclude con un incoraggiamento a far diventare “contagioso” anche l’”impegno per la pace” che i ragazzi di AC già alimentano attraverso il progetto ‘Costruiamo la Pace’ nato in collaborazione con la Cooperativa Sociale ‘Il Tappeto di Iqbal’, una realtà di “circo sociale” che da oltre 10 anni opera in strada nel quartiere Barra di Napoli. “Anche quest’anno avete voluto legare la parola ‘pace’ alla parola ‘solidarietà’, con un’iniziativa in favore dei vostri coetanei di un quartiere disagiato di Napoli”, commenta infatti il Santo Padre. “È un buon gesto, che indica lo stile con cui voi volete annunciare il volto di Dio che è amore. Il Signore benedica questo vostro progetto di bene!”