DIOCESI – “Avverto perciò come decisamente sfidante per la comunità cristiana esattamente la perdita di incidenza, lo svuotamento di provocatorietà, la mancanza di capacità di appello, di convocazione, del suo linguaggio spicciolo, ordinario, della predicazione, della catechesi, così come del suo discorso pubblico e politico.
Insomma il Dio cristiano è ormai un problema dei soli cristiani! Non è più cattolico! O meglio è solo cattolico! E un Dio solamente “cattolico”, paradossalmente, non è più il Dio di Gesù Cristo”. Molto interessante e attuale, nonché puntuale e incarnato nella realtà, il messaggio di forte impatto contenuto nella relazione di don Armando Matteo, tenuta nella mattinata e nel primo pomeriggio di Giovedì 15 u. s. al Clero della nostra Diocesi, raccolto in aggiornamento presso l’Istituto delle suore Teresiane di Ripatransone, dove si sono raccolti per pregare, condividere e riflettere insieme sul tema della “Conversione pastorale”, sul quale era stato invitato a parlare il sacerdote calabrese. Don Armando è infatti nato a Catanzaro nel 1970, ha studiato Filosofia e Teologia; insegna Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma.
È stato Assistente ecclesiastico nazionale della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) dal 2005 al 2011; dal gennaio 2012 è Assistente nazionale dell’Aimc (Associazione Italiana Maestri Cattolici). Ha studiato e analizzato, con disincantata passione, la società contemporanea e il suo rapporto con la fede. All’universo giovanile ha dedicato il volume La prima generazione incredula.
Il difficile rapporto tra i giovani e la fede, Rubbettino 2010. Sulle donne (in particolare tra i 20 e i 40 anni) e l’universo della fede, ha pubblicato La fuga delle quarantenni. Il difficile rapporto delle donne con la Chiesa, Rubbettino 2012.
L’ultimo suo libro, rivolto ancora una volta ai giovani, è Il cammino del giovane, Qiqajon 2012. Avendo già parlato a tutta la Diocesi, rivolgendosi specialmente agli operatori pastorali, nella serata di Mercoledì 14 u. s., don Armando ha quindi caratterizzato maggiormente l’intervento fatto ai nostri sacerdoti, che poi divisi in gruppi hanno riflettuto insieme su alcuni spunti indicati dallo stesso relatore. E dopo il pranzo, durante il quale la conversazione è proseguita in tal senso, hanno fatto tesoro di quanto emerso dal lavoro comune con una condivisione che voleva anche fungere da sintesi.
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