Articolo di Sara De Simplicio / Video di Nicolas Abbrescia
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il primo gennaio di ogni anno, per la Chiesa cattolica, è anche la Giornata mondiale della Pace. Questa ricorrenza, istituita da papa Paolo VI nel 1968, nacque con lo scopo di dedicare il giorno di Capodanno ad una riflessione profonda sul tema della pace: da allora il papa, in questo giorno, invia ai capi delle nazioni e agli uomini che si dedicano alla politica un messaggio che invita alla preghiera sulla pace.
Ieri, anche nella chiesa di San Benedetto Martire a San Benedetto del Tronto, è stata celebrata come da tradizione una Santa Messa davanti alle autorità comunali e provinciali invitate per l’occasione (tra cui il sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti e il presidente della provincia Paolo D’Erasmo) presieduta dal vescovo Carlo Bresciani alla presenza di don Tommaso e di don Romualdo.
Ecco di seguito riportato un estratto dell’omelia del Vescovo, il quale, oltre alla solennità della maternità divina di Maria, ha ricordato anche alcune importanti parole pronunciate da papa Francesco sul tema della pace.
“Nell’ottavo giorno dopo il Natale, la Chiesa celebra la solennità della maternità divina di Maria, dogma che esprime bene la fede della Chiesa nel mistero del Natale: quel bambino che Maria ha generato è vero uomo, ma anche vero figlio di Dio e Dio egli stesso. (…). Generando al mondo Dio, Maria ha dato il suo straordinario contributo alla riconciliazione dell’umanità divisa (…); la pace, infatti, non è data solo dall’assenza della guerra, ma dalla dedizione a custodire la vita. Ogni forma di violenza è, infatti, una lesione della pace e della dignità umana. Quest’anno il papa, nel suo messaggio per la 50° Giornata mondiale della Pace, ha sottolineato che “se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della non violenza in primo luogo all’interno della famiglia”, luogo in cui deve trionfare la “cura gli uni degli altri in modo disinteressato e i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono”.
Poi il Vescovo, rivolgendosi ai politici, a cui poi al termine della celebrazione ha consegnato il messaggio di pace in forma cartacea, ha ricordato loro che “una sana politica tende ad includere, a generare maggior uguaglianza e rispetto delle diversità, a identificare procedure contro l’esclusione sociale dei meno avvantaggiati e dei più bisognosi, accettando la fatica, a volte davvero grande, della ricerca incessante di un dialogo che riconcili le opposte o diverse progettualità.(…) E’ lo stile non violento della vita di Gesù che riconcilia i popoli; è lo stile della maternità di Maria che custodisce e protegge la vita; è lo stile della vita di Giuseppe che custodisce la dignità della donna anche nella sua maternità. (…) Impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire società non violente, che si prendono cura della casa comune. ‘Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace’”.