“I dati derivano da due indagini rappresentative dei giovani tra i 18 e i 34 anni. La prima è stata condotta a inizio ottobre 2016 su un campione di oltre 6mila giovani italiani. La seconda è stata condotta a metà luglio 2016 sui sei Paesi dell’Unione europea più popolosi, inclusa la Gran Bretagna (gli altri sono Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia), su un campione di circa mille giovani in ciascun Paese”. I ragazzi italiani, dunque, “presentano un grande desiderio di essere soggetti attivi nei processi di cambiamento e miglioramento del territorio in cui vivono. Le nuove generazioni nel nostro Paese si trovano con maggiori ostacoli nell’entrata piena del mondo del lavoro, nella realizzazione dei propri progetti di vita, ma anche meno nel coinvolgimento nell’impegno sociale rispetto ai coetanei degli altri paesi avanzati. Eppure il loro desiderio di essere partecipativi e di contare è alto”.
Dal focus emerge anche che “il 74,2% dei giovani tra i 18 e i 34 anni in Italia si dichiara disposto a svolgere attività di volontariato”. Rispetto ai coetanei degli altri Paesi europei è più marcata la disponibilità a mettere a disposizione il proprio tempo per svolgere attività di solidarietà (69,5% Spagna; 61,3 Regno Unito; 60,7% Polonia; 57,5% Francia; 56% Germania). “Gli under34 nel nostro Paese sono, inoltre, quelli più sensibili sulla necessità di essere adeguatamente informati su ciò che accade”, secondo il Toniolo. Sul tema del lavoro “il valore elevato tra le preoccupazioni dei giovani assegnato in Italia (86,9%), Spagna (83,2%) e Polonia (83,6%) riflette anche la maggior difficoltà e il maggior clima di incertezza sul percorso occupazionale che vivono i giovani in tali Paesi. La Germania (che si attesta al 71,4%) è la nazione con più bassa percentuale di Neet tra i Paesi qui considerati e non sorprende notare che l’attenzione verso il tema del lavoro risulta più bassa”.