“Abbiamo mosso un passo fondamentale verso un progetto ambizioso, ma alla portata di mano per le Marche – afferma la vice presidente Anna Casini – Intanto giochiamo subito le risorse del Por Fesr 2014-2020 per la mobilità sostenibile, in attesa che lo Stato destini le proprie opportunità con la strategia delle aree interne e con la legge di stabilità 2015 che, per la prima volta, ha destinato 91 milioni alla mobilità ciclistica. A disposizione ci saranno anche le risorse regionali previste dai progetti dei vari settori che valorizzano la mobilità dolce per ridurre l’inquinamento e per promuovere il territorio”.
Diversi e articolati saranno gli strumenti che la Regione attiverà per realizzare un sistema che favorisca la mobilità ciclistica come infrastruttura strategica per lo sviluppo sostenibile e turistico delle Marche, per promuovere città più salubri e vivibili. Tra i primi obiettivi individuati, in grado di dare concretezza agli investimenti possibili, si punta a incrementare la rete ciclabile esistente, privilegiando il completamento dell’asse adriatico e la connessione con i tratti delle regioni confinanti. “Il tratto lungo la costa adriatica è quello che morfologicamente meglio si presta allo sviluppo della mobilità ciclistica, configurandosi come un’unica città diffusa, a seguito dell’urbanizzazione degli anni ’70 – afferma l’assessore Casini – Il flusso turistico stagionale porta con se problematiche legate all’incremento dell’inquinamento acustico e atmosferico dovuto al considerevole aumento del traffico veicolare che può essere contrastato con modalità sostenibili di mobilità, da affiancare ai tradizionali metodi di trasporto, con effetti benefici sulla salute dell’ambiente e dei cittadini”.
Secondo l’Ars (Agenzia sanitaria regionale) Marche – dati 2015 – circa il 12,4% dei marchigiani usa la bicicletta per spostamenti abituali almeno una volta al mese (14,3% in Italia), in media per 3,7 giorni a settimana (3,8 in Italia) e per 34 minuti al giorno (35 minuti in Italia). Aver utilizzato la bici anziché l’automobile, ha evitato complessivamente l’emissione di 31.600 tonnellate di CO2 in un anno, pari alle emissioni prodotte, in media, da circa 10.000 veicoli. Grazie agli effetti positivi dell’attività fisica praticata, si stima siano stati evitati 37 decessi all’anno (con una riduzione della mortalità pari al 13% rispetto agli attesi). Un aumento al 20% della popolazione che usa la bici (per mezzora al giorno, per quattro giorni alla settimana) eviterebbe ogni anno ulteriori 20 decessi e 16.400 tonnellate di CO2 emesse.