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Il 2017 in Terra Santa: da Nabucodonosor alla Guerra dei Sei Giorni, date e anniversari per capire la storia di oggi

Di Daniele Rocchi

Da Nabucodonosor a Balfour, passando per Saladino, Hamas e guerre varie: il 2017 reca in sé una serie di date e anniversari che hanno segnato – e in alcuni casi ancora segnano – la storia tragica di questa tormentata regione del mondo, ma più in particolare della Terra Santa. Tutte con il 7, numero dall’alto valore simbolico, considerato sacro da tante culture e fedi. Una vera manna per gli amanti della cabala e della numerologia. Ma restiamo ai fatti, alla storia, partendo da quella più recente.

I 100 anni della Dichiarazione Balfour. Nel 2017 saranno i cento anni della Dichiarazione Balfour (2 novembre 1917), dal nome di Arthur Balfour, all’epoca capo del Foreign Office britannico. In una lettera indirizzata a Lord Walter Rothschild, uno dei leader della comunità ebraica britannica, Balfour dichiarava che il suo governo “vede(va) con favore la creazione in Palestina di una nazione per il popolo ebraico”. Qualche analista geopolitico l’ha riesumata recentemente per spiegare, in analogia, un qualche piano di spartizione post guerra in Siria e in Iraq. Passaggio precedente alla Dichiarazione Balfour fu il primo Congresso sionista, (movimento politico e ideologia che propugnavano la creazione di uno Stato ebraico in Palestina), organizzato nel 1897 a Basilea, Svizzera, dallo scrittore e uomo politico ungherese, Theodor Herzl. Nel 2017 saranno dunque 120 anni da questo evento.

I 70 anni della Risoluzione 181. Scorrendo il calendario in avanti si arriva al 29 novembre 1947. 70 anni fa l’Onu votava la risoluzione 181 che avrebbe portato poi alla creazione dello Stato di Israele.

In quel giorno l’Assemblea Generale dell’Onu votò la spartizione della Palestina mandataria in due Stati: uno ebraico, comprendente il 56% del territorio, l’altro arabo, sulla parte restante, con Gerusalemme sotto controllo internazionale.

Dal rifiuto arabo del Piano derivarono una serie di guerre che arabi e israeliani combatterono tra il 1948 e il 1973. Compresa quella dei Sei Giorni (5-10 giugno 1967).

50 anni di occupazione israeliana. Nel 2017 ricorreranno, quindi, anche i 50 anni dell’occupazione militare israeliana dei territori palestinesi in seguito alla Guerra dei Sei Giorni, che vide fronteggiarsi, da un lato, Siria, Giordania ed Egitto e, dall’altro, Israele che uscì vittorioso su tutti e tre i fronti, conquistando, tra le altre cose, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania.

Nonostante varie Risoluzioni dell’Onu, l’ultima del Consiglio di Sicurezza, la 2334 risale al 23 dicembre scorso, contro gli insediamenti israeliani, l’occupazione militare continua.

30 anni fa la prima Intifada. E figlia dell’occupazione israeliana è stata l’intifada (rivolta). La prima, detta “delle pietre”, inizia l’8 dicembre 1987, esattamente 30 anni fa, in seguito alla morte di quattro palestinesi del campo profughi di Jabaliya, nella Striscia di Gaza, investiti da un camion israeliano. Presto la rivolta si estende da Gaza alla Cisgiordania segnando scioperi, dimostrazioni, scontri con le forze occupanti, azioni di disobbedienza civile. Durerà sei anni fino agli accordi di Oslo (1993) e alla stretta di mano tra Rabin e Arafat, con un bilancio di oltre 1200 palestinesi uccisi. Circa 150 i morti israeliani.

40 anni di governo delle Destre in Israele e 10 di Hamas a Gaza. Stando, poi, a eventi – per così dire meno epocali – ma politicamente molto significativi, il 2017 propone i 40 anni della storica vittoria elettorale, nel 1977, della destra Likud guidata da Menachem Begin, Premio Nobel per la Pace nel 1978, che costrinse per la prima volta, dal 1948, i laburisti a passare ai banchi dell’opposizione. Dove stanno ancora adesso…. Sul versante palestinese, il 2017 servirà a ricordare i 10 anni della conquista di Gaza da parte di Hamas, fondata ufficialmente 30 anni prima, nel 1987, dallo sceicco Ahmed Yassin, ucciso nel 2004 da un attacco aereo israeliano. Nel 2006 Hamas vinse le elezioni per eleggere il Consiglio Legislativo Palestinese (il Parlamento della Palestina) ai danni dell’altro partito concorrente, Fatah, che aveva espresso fino a quel momento il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). Una serie di scontri tra Fatah e Hamas portò quest’ultima, nel 2007, dopo una guerra civile, a prendere il controllo totale della Striscia.

Impero Ottomano, Saladino e Nabucodonosor. Andando a ritroso nel tempo e nella storia, il 2017 segna il 500° anniversario della presa di potere dell’Impero Ottomano (1517) sulla Palestina, che durerà fino al 1917. Esattamente fino a cento anni fa. Sempre in tema di conquiste militari nel nuovo anno si ricorderanno gli 830 anni della presa di Gerusalemme, nel 1187, da parte di Saladino e la conseguente caduta del Crociato Regno di Gerusalemme. Bisogna andare ancora più indietro nel tempo per rievocare i 1430 anni dalla distruzione di Gerusalemme (587 A.C.) da parte del sovrano babilonese Nabucodonosor.

Due terremoti devastanti. E se i terremoti sono la triste cronaca italiana di questi ultimi mesi, il nuovo anno sarà occasione per la Terra Santa fare memoria dei 180 anni del sisma del 1837 – con epicentro in Galilea che provocò tra le 6.000 e le 7.000 vittime – e quello del 1927, 90 anni fa, con epicentro nella zona del Mar Morto, con un bilancio di oltre 500 vittime e danni ingenti nelle città di Gerusalemme, Ramla, Tiberiade e Nablus.

170 anni del Patriarcato latino. Infine, per la piccola comunità cattolica latina di Terra Santa il 2017 sarà l’anno in cui ricordare il 170° anniversario (23 luglio 1847) del breve “Nulla celebrior” con cui papa Pio IX ripristinò il Patriarcato di Gerusalemme dei latini. Ad multos annos!

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