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PALERMO – Oltre 500 anni dopo l’editto di espulsione decretato dagli spagnoli, gli ebrei di Palermo torneranno ad avere un luogo di preghiera. È l’oratorio di Santa Maria del Sabato, piccola Chiesa seicentesca da tempo inutilizzata per le celebrazioni liturgiche, è situata proprio nella zona dove anticamente sorgevano i quartieri ebraici della Meschita e della Guzzetta. Non lontano quindi da dove sorgeva la sinagoga attiva fino al 1492.
La Chiesa è stata concessa in comodato d’uso dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che ha accolto la richiesta di Evelyne Aouate, presidente dell’Istituto siciliano di studi ebraici. “Il nome di Dio non sono non divide ma crea ponti”, ha detto l’arcivescovo Lorefice, definendo questo “un gesto di speranza e di convivenza pacifica tra gli uomini, un gesto che nasce da una realtà di amicizia”.
“Un gesto che recupera secoli di storia”, ha ribattuto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Da parte sua il rabbino Pierpaolo Pinhas Puntarello, rappresentante per l’Italia dell’associazione ebraica Shavei Israel, ha assicurato che non ci sarà alcun problema nella trasformazione dell’oratorio in Sinagoga: “Ho fatto una visita sul luogo e mi sono confrontato con autorevoli personalità religiose di Israele”, ha detto.
La cerimonia per l’annuncio ufficiale si terrà presso l’Archivio Storico Comunale oggi, giovedì 12 gennaio, nell’anniversario del decreto del 1493, alla presenza del vicario episcopale monsignor Raffaele Mangano, della storica Serena Di Nepi e di Punturello. Inoltre mons. Lorefice sarà a Gerusalemme per recarsi in visita al muro Occidentale, il muro del Pianto, insieme a una delegazione proveniente dalla Sicilia.
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