ASCOLI PICENO – È morto all’ospedale di Ascoli Piceno don Francesco Armandi, il parroco di Pescara del Tronto, Pretare, Capodacqua e Arquata del Tronto, i territori duramente colpiti dal sisma del 24 agosto 2016. Da 43 anni in queste frazioni il sacerdote si è da sempre battuto per supportare la sua popolazione che non ha mai abbandonato, soprattutto nelle difficoltà degli ultimi mesi e nonostante la malattia. A lui si deve il salvataggio della chiesa della Madonna del Sole puntellata a seguito della prima scossa. Con il suo impegno ha coinvolto e sensibilizzato anche il Fai Fondo per l’ambiente italiano che si è fatto carico della messa in sicurezza della struttura. Operazione grazie alla quale le opere d’arte contenute all’interno dello stabile sono rimaste intatte. Ad Arquata del Tronto don Francesco Armandi aveva incontrato Papa Francesco nella sua visita a sorpresa tra i terremotati e gli aveva consegnato proprio un’opera che raffigurava un affresco della chiesa di Capodacqua. Suo anche il primo battesimo tra le macerie qualche settimana dopo il terremoto del 24 agosto. Il sacerdote, a cui tutti sono molto legati anche per il suo costante impegno a favore dei suoi concittadini, si è fatto sempre portavoce delle preoccupazioni delle persone in difficoltà che lo hanno considerato un forte punto di riferimento. “Non spostateci dai nostri territori – aveva detto ad ottobre -. I nostri paesi hanno oltre 1000 anni di storia, come attestano le chiese che hanno anche un grande valore artistico oltre che religioso”. Sua l’iniziativa di salvare il crocefisso seicentesco estratto dalle macerie insieme ai vigili del fuoco per sistemarlo in una tenda nel campo della frazione di Pretare tra gli sfollati. Una tenda trasformata in chiesa punto di riferimento di tutta la comunità fino all’ultima forte scossa del 30 ottobre, che ha costretto i cittadini e anche don Francesco a lasciare il territorio. Neanche l’ultimo sisma lo ha fermato. Quasi tutti i giorni da Offida ed Ascoli si recava nelle frazioni per salutare e supportare i fedeli e gli allevatori rimasti sul posto.