X

Strana…mente Artista, fari puntati su Cecilia Dionisi

A cura di Carlo Gentili

Leggi le precedenti interviste a Giulietta Straccia, Mirella Ruggieri Tiziana MarchionniMilena BernardiniBarbara TomassiniPaolo PiuntiAntonio LeraGianni MarcantoniGiuseppe PalestiniGenti TavanxhiuGiuseppe AlesianiCarla CivardiTanya del Bello, Giacomo CagnettiFabrizio MarianiSimona TeseiGiarmando Dimarti e Gabriele Baglioni.

CECILIA DIONISI

Nata a Leonessa (Rieti), da molti anni vive nelle Marche; attualmente risiede a Grottammare. Laureata in legge, ha coltivato con tenace alacrità, supportata anche dall’incontro stimolante di diversi maestri tra cui la pittrice romana Milena Pantaloni, la sua innata passione per l’arte pittorica e grafica, raggiungendo da un lato una conoscenza qualificata della scuole e degli artisti soprattutto nell’ambito della cultura occidentale, dall’altro un discorso personale nella esecuzione di opere connotate da sensibilità tecnica e duttilità cromatica.

La sua produzione è soprattutto caratterizzata da tematiche floro-paesaggistiche, dall’amore per un colore vibrato al limite di un neoespressionismo riscritto in maniera cognitiva e simbolica insieme. Sia l’acrilico che l’olio riescono a far risaltare il denso coagulare del suo sentire artistico e a propagare la forza delle sue cromie sensazionali.

Le sue opere fanno parte di collezioni private di numerose città italiane ed estere.

Da dodici anni tiene un corso di Pittura floreale su legno per adulti e di Disegno e Storia dell’Arte per bambininell’ambito dei percorsi di ricerca “Libera…mente” organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Grottammare in collaborazione con l’Associazione “Sfumature” di cui fa parte.

1)Perché si dipinge? Perché si crea? Cosa intendi trasmettere con le tue opere?

Si dipinge per una necessità, anzi più precisamente per una esigenza interiore di esprimere non un qualsiasi sentimento o pensiero, ma il nostro sentire e pensare su tutto ciò che ci circonda, si manifesta ponendoci anche domande esistenziali.

Con i miei lavori non solo vorrei trasmettere la bellezza e la varietà dell’universo, ma la presenza attiva in esso di una entità superiore ordinatrice.

2) L’incontro con la pittrice Milena Parlatoni; i temi    floro-paesaggistici con colori vibranti. Cosa ci dici della tua arte, dei tuoi interessi e della tua formazione?

Ho conosciuto Milena Parlatoni molti anni or sono. Quando la incontrai io dipingevo già ad olio. Il nostro punto di incontro è   stata la pittura del 700. Io conoscevo da tempo le diverse scuole italiane dei pittori fioristi di questo periodo. Con la sua esperienza ho potuto approfondire le loro tecniche e, per più di un decennio, ho lavorato a composizioni floreali, soprattutto a nature morte con vasi di fiori, insetti, frutta e paesaggi. Ho dipinto questi soggetti  su supporti di faesite truciolare e su tela con colori acrilici, lavorando molto sulle sfumature ottenute con successive velature di colore diluito.

Contemporaneamente, in maniera autonoma, continuavo nella produzione ad olio che ho sempre preferito ad altre tecniche Questa strada la percorrevo forte di una conoscenza sistematica nell’ambito della Storia dell’Arte, anche se diverse circostanze mi hanno fatto approdare ad una Laurea in Legge, avvalorata da visite frequenti a studi d’arte, Gallerie e Musei. Una tale frequentazione la ritengo indispensabile perché il contatto diretto con le opere suscita forti emozioni, il desiderio di fare e andare avanti. Ma se i miei mari, i miei cieli, le mie nuvole, i miei profili delle colline, i miei alberi ed i miei fiori provengono anche da queste visitazioni, la passione per la natura viene direttamente da mia madre che fin da piccola mi portava a vedere il sorgere del sole, ad andare per i prati a conoscere erbe e a raccogliere fiori per metterli in ogni angolo della casa. Questa viveva come un giardino incantato, fiorito in ogni stagione. Poi venne il mare immenso ed i suoi colori, con le sue bonacce ricolme, le sue tempeste straripanti, il suo sorriso e la sua rabbia, i suoi blu, i suoi verdi, i suoi grigi ed i suoi marroni terragni. Di fronte, le colline con il loro tessuti colorici, i profili delle case, i casolari sempre più radi e la loro vegetazione arborea. Questo il punto di arrivo attuale.

3)Se dovessi spiegare in poche righe  il tuo pensiero artistico ad un ragazzino, cosa gli diresti? Idee ed approcci innovativi per far appassionare i giovanissimi all’arte?

«Ti piace disegnare, colorare?». «Si, mi piace tanto». «Perché ti piace tanto?». «Perché mi diverto mentre mi annoio a fare i compiti». Gli rispondo: «Ma il disegnare ed il colorare non sono dei semplici passatempi. Se fatti bene, sono impegnativi come i compiti perché, come questi, ti fanno progredire. Più l’impegno è serio e più progredisci. Infatti la continua osservazione ti porta a far maturare il tuo senso critico, e la scelta dei colori diviene un modo per esprimere la tua personalità». Bisogna responsabilizzare i ragazzini fin dalla tenera età: questo lo ritengo molto importante.

Non è facile dire cosa bisogna fare per appassionare i giovani all’arte, perché troppi sono oggi i motivi di disturbo date le molte opportunità offerte soprattutto ai genitori che, impegnati, hanno problemi di orari per la gestione dei figli. Quindi è facile che i bambini siano lasciati, se non obbligati, a cedere a diversi richiami che oggi con molta facilità vengono proposti: sport di tutti i tipi, musica, teatro, danza, canto, ecc. Questo crea una sorta di distrazione continua, e l’affanno per far tutto e di più è un serio ostacolo alla concentrazione e all’impegno serio. Bisogna essere capaci di suscitare un “vero interesse” nel soggetto con cui ti rapporti, sollecitando da una parte la sua curiosità ed avere dall’altra una risposta significativa. Penso, quindi, che bisogna lavorare sul soggetto senza regole aprioristiche.

4) Il tuo mondo di fantasia è popolato da…

Dal reale, come ho detto sopra, nel suo aspetto evocativo. Ma c’è anche la mia matita che è sollecitata dalla gente che affolla d’estate in maniera irritante la spiaggia, dai profili “barocchi” dei neonati o dei bambini paffuti, dagli occasionali volti espressivi di gente anonima, che portano i segni di una sofferenza interiore inconfessata. La mia fantasia annega nel mare dell’esistenza.

5)  Tieni un corso di Pittura floreale su legno per adulti e di Disegno e Storia dell’Arte per bambini. Ce ne parli?

Sono diversi anni che propongo questi corsi a Grottammare con l’associazione “Sfumature” composta, oltre da me, da altre tre insegnati con proprie competenze in ambiti diversi e originali quali: il ricamo, la pittura su stoffa, il tombolo.

Per quanto riguarda la Pittura floreale su legno è interessante la scelta e la preparazione del supporto sul quale verrà eseguito il lavoro. Le fasi sono diverse e più o meno complesse. Dopo la scelta (le superfici di legno da preparare possono essere grezze o già trattate come nel caso di mobili a cui si intende fare un restyling) occorre predisporre il legno accuratamente per evitare che possa rovinarsi. Si inizia con il togliere tutte le imperfezioni presenti (es. ricoprire buchi) e portare il legno ad una lisciatura perfetta, carteggiando finemente la superficie. Poi si passa un panno umido per rimuovere residui di sporco e di polvere. Quindi si stende una base per far aderire il colore al supporto: Questa può essere la cementite (a base di solvente) o il Primer (a base di acqua). Una volta preparata la superficie, vi viene riportato il disegno da eseguire con diverse tecniche: a spolvero, riporto con carta da lucido e a mano. Si passa poi alla pittura con i colori acrilici, il cui uso risulta più semplice soprattutto per i principianti.

Oggi sono molte le sollecitazioni che portano i bambini a disegnare, a colorare. Non tutti però trasformano la sollecitazione in vero interesse fino all’impegno. Di solito, quei soggetti che scelgono di fare un corso di disegno sono motivati e, quindi, non è difficile trasmettere loro ciò che riguarda l’arte, tenendo conto dell’età, delle capacità e della sensibilità. Per questi motivi da quando ho attivato il corso di disegno corredato da notizie di Storia dell’Arte mirato su di loro, la risposta è stata sempre ottimale. Dando loro la possibilità di esprimersi con diverse tecniche sia nel disegno sia nel colore, seguendo i loro dettami fantastici, si riesce a far emergere anche altri aspetti della personalità: il carattere, la pazienza, l’umiltà e la condivisione. Alla fine di ogni corso hanno prodotto disegni di buona o ottima fattura, ma soprattutto hanno dimostrato di produrre opere eseguite con cognizioni precise frutto di una costante acquisizione. Senza dire poi che diversi allievi hanno finito per scegliere, o lo stanno per fare, indirizzi artistici nelle superiori. Quindi il mio lavoro risulta anche propedeutico alle scelte successive.

Ogni due anni organizzo con successo, insieme alle colleghe, una mostra con i lavori più belli ed interessanti, sotto il patrocinio del Comune di Grottammare.

 

6) Il tuo ricordo più bello legato all’arte?

Tra diversi ricordi, quali ad esempio la conoscenza personale di due importanti autori contemporanei Antonio Pedretti e Marco Lodola, uno è rimasto particolare: l’incontro avuto qualche anno fa con il gallerista e collezionista sanbenedettese di opere grafiche antiche e moderne Nazzareno Capoferri. L’incontro, quasi fortuito, produsse una stretta collaborazione continuata diverso tempo sino al suo decesso avvenuto nel 2007. Come cultrice di Storia dell’Arte e conoscitrice delle tecniche incisorie ho finito per presentare in diversi incontri i numerosi autori di cui la Galleria New Art di San Benedetto del Tronto era fornita. Sono passati nelle mie mani: Albrecht Dürer,  Jan Van Leiden, Rembrandt, Francisco Goya, Jean-Baptiste Camille Corot,Johan Barthold Jongkind, Pierre-Auguste Renoir,Henri de Toulouse-Lautrec,Édouard Manet, Giuseppe De Nittis, Anselmo Bucci, Georges Rouault, Jean Miró, Giorgio De Chirico, Giacomo Manzù, Leonardo Castellani, Bruno Cassinari, Aligi Sassu, Renzo Vespignani, Alberto Sughi, Karl Plattner, Agostino Zaliani. Non è facile descrivere la trepidazione che si prova nel poter maneggiare con molta cura, quasi avessimo in mano una reliquia, soprattutto quegli autori che hanno fatto la storia dell’incisione e della pittura. Significa rapportarsi non con un tempo cronometrico, ma con un tempo esiliato dalla storia, perché esso stesso storia. Una emozione senza fine, un arricchimento senza pari.

7) Arte e spiritualità nella tua opera.  Spirito Religioso o misticismo entrano nei tuoi dipinti?

 Nel leggere alcune pagine della recente Enciclica di papa Francesco Laudato si’, ho rivissuto il mio percorso artistico – spirituale consonante, in più punti, con il pensiero bergogliano. La questione dell’acqua, l’inquinamento, il puntare su uno stile di vita alternativo che recuperi il rapporto uomo-ambiente, sono problematiche che da sempre hanno fatto parte del mio dna. Da qui la sollecitazione continua a puntare su una descrizione della natura colta nel suo superbo splendore per farla uscire dal cono d’ombra dell’incuria e delle violenza esercitata su di essa dall’uomo moderno. Allora i prati si accendono, il mare urla e vomita, i verdi combinano le loro sconsolate tonalità insieme ai rossi e ai gialli. Ed il cantico del Laudato si’ percorre ogni mia tela.

 

 

Sara De Simplicio: