DIOCESI – Mentre scriviamo la terra continua a tremare. L’avvertiamo anche qui alla sede della Caritas diocesana. Il pensiero va alla gente che vive nei paesi dell’entroterra e agli ospiti delle strutture ricettive sulla costa. Oltre la paura, l’emergenza neve! Arrivano notizie dai parroci dei vari paesi: strade impercorribili, persone che non riescono ad uscire di casa, mancanza di elettricità e riscaldamento….Avvertiamo un forte senso di impotenza!
Torniamo col pensiero all’incontro con Papa Francesco dello scorso 5 gennaio insieme alla gente di Montemonaco, di Force, di Comunanza, di Rotella, di Montedinove, di Cossignano; e poi con gli amici ospiti degli Hotel sulla costa ed i volontari dei gruppi Caritas. Quanto abbiamo ascoltato ci ha scaldato il cuore ed ha suscitato in noi il desiderio di dare carne ad alcune parole:
- “Perseveranti nella prossimità” è stato l’impegno che ci siamo presi durante il tempo di Avvento. Ora passate le feste di Natale, con tanti momenti di incontro e di solidarietà, i nostri gruppi Caritas sono chiamati ad assicurare ancora una presenza discreta ed assidua negli alberghi, coinvolgendo tutte le realtà ecclesiali, specie giovanili, senza allentare i rapporti con le comunità dell’interno attivati con i gemellaggi. “E la vicinanza ci fa più umani, più persone di bene, più coraggiosi. Una cosa è andare soli, sulla strada della vita, e una cosa è andare per mano con l’altro, vicino all’altro” (papa Francesco)
- RICOSTRUIRE. Prima delle case, ricostruzioni pur necessarie e che le istituzioni devono assicurare quanto prima, occorre ricostruire i cuori, le comunità e, forse anche le nostre Caritas. Ha detto il papa: “Ricostruire i cuori, che non è “domani sarà meglio”, non è ottimismo, no, non c’è posto per l’ottimismo qui: sì per la speranza, ma non per l’ottimismo”. Una ricostruzione a partire dalle proprie mani cioè dall’impegno di tutti, ognuno come può!
- RICOMINCIARE. Forse è il verbo più difficile perché il passare del tempo e il non vedere soluzioni a breve termine genera scoraggiamento e pessimismo. Eppure, come ci hanno insegnato tanti personaggi biblici come anche tanti nonni vissuti nel difficile dopoguerra, questo è il tempo della speranza: “ricominciare, senza perdere la capacità di sognare, sognare il riprendersi, avere il coraggio di sognare una volta in più” (papa Francesco).
Come daremo carne a queste parole alla Caritas?
- Abbiamo costituito un gruppo che ha iniziato un monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico per avviare interventi mirati per la ripresa delle attività produttive, soprattutto nelle aree rurali. Per riannodare fin da subito relazioni e rapporti comunitari in alcuni ambienti colpiti dal sisma, si è già avuti due incontri con la Caritas Italiana per verificare l’opportunità di realizzare due strutture polifunzionali (Centri di comunità) a Cossignano e a Force. Oltre a proseguire con aiuti concreti, la priorità ora ci sembra sia quella di restare in ascolto delle comunità locali e portare all’attenzione delle istituzioni questo ascolto di tanti che soffrono, sono isolati, disillusi dalle troppe promesse fatte e non mantenute.
- Contiamo di incontrare prima possibile tutte le Caritas parrocchiali ed i gruppi di volontari attivati per la vicinanza alle persone colpita dal sisma per programmare insieme una presenza continuativa e qualche iniziativa per il tempo quaresimale. Dal 20 al 24 febbraio poi ci saranno incontri delle Caritas parrocchiali per vicaria.
- Invitiamo i gruppi e le diverse realtà ecclesiali a continuare l’esperienza iniziata l’anno scorso “Una domenica alla Caritas” per vivere un momento di preghiera, formazione e servizio. Stiamo studiando la possibilità di attivare dalla primavera in poi la possibilità per gruppetti di ragazze di vivere weekend presso la casa di Accoglienza.
Mentre stiamo concludendo di scrivere la lettera, Salvatore e Tiziana impegnati a registrare uscite ed entrate, ci segnalano che tra le offerte delle parrocchie per l’Avvento 2016 è arrivata anche quella della ‘parrocchia di Accumuli’ presso la Chiesetta dell’Immacolata sul nostro lungomare. E’ un bel segno ! Tra l’altro quel giorno a celebrare non erano andati né don Gianni né don Pino!
Il Signore ci doni di vivere la ‘vicinanza’ perché non manchi la voglia di ricostruire i cuori e le comunità e la forza di ricominciare!
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