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Il Comune di Gerusalemme ha approvato i permessi per la costruzione di circa 566 nuove case oltre la Linea Verde del 1967, nella parte est della città. Lo ha confermato alla Radio Militare Meir Turgeman, capo del Comitato di programmazione edilizia della città, spiegando che i permessi erano stati sospesi su richiesta del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo la risoluzione di condanna del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e fino al termine dell’amministrazione Obama, fortemente contraria all’attività di insediamento. La decisione della municipalità arriva a due giorni dall’insediamento negli Stati Uniti del presidente Donald Trump.

Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, dopo la vittoria del tycoon c’è stata un’accelerazione nei piani e nei progetti che sono stati presentati al Comune per ogni tipo di costruzioni al di fuori delle frontiere. In questo modo, mentre nel 2014 sono stati approvati 775 abitazioni nelle colonie della parte occupata della città, nel 2015 le autorizzazioni sono scese a 395. Nel 2016, sono tornate a salire di nuovo fino a 1.506, ma più di mille – secondo il quotidiano – hanno superato il processo di approvazione proprio dopo novembre. La destra nazionalista considera l’elezione di Trump come il ‘disco verde’ per rilanciare la colonizzazione del territorio palestinese e, ad appena due giorni dall’insediamento, cresce il pressing per approvare ogni tipo di progetti e annessioni.

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