“Preoccupazione” per proposte legislative che “rendono la vita un bene ultimamente affidato alla completa autodeterminazione dell’individuo, sbilanciando lo stesso patto di fiducia tra medico e paziente”. È quella emersa dal dibattito dei vescovi italiani riuniti a Roma dal 23 al 25 gennaio per il Consiglio episcopale permanente, durante il quale vi è stato un aggiornamento circa la conclusione dei lavori della Commissione paritetica (ex art. 49 della Legge n. 222/1985) e sulla tematica del fine-vita, a partire dal testo unificato in materia di consenso informato e dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari.