Il Piano in vigore infatti risale al 2010 ma, come tutti sanno, la continua espansione dei servizi telefonici richiede l’aggiornamento degli impianti per assicurare copertura e qualità del servizio.
E’ da circa due anni che la POLAB di Navacchio (Pisa), già redattrice del precedente documento, sta lavorando all’aggiornamento del Piano. Nel contempo la ditta sta effettuando, sempre per conto del Comune, un monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico mediante il posizionamento di una centralina di rilevamento nei punti più “delicati” del territorio comunale concordati con il Comune. Nell’ultimo anno sono stati controllati la zona dell’Agraria, quella di via S. Giovanni, l’area di via Ferri – via Aleardi e attualmente la centralina sta operando sul tetto del Municipio di Viale de Gasperi. Finora i rilievi hanno dato risultati ampiamente al di sotto non solo dei limiti di legge ma anche di quelli di attenzione.
Lo scorso 29 dicembre le Commissioni consiliari “Pianificazione del Territorio” e “Lavori pubblici -Ambiente” hanno esaminato in seduta congiunta la documentazione prodotta dalla POLAB, primo passaggio verso l’approvazione dell’aggiornamento del Piano. “Con l’assemblea pubblica del 31 gennaio – spiega l’assessore all’ambiente Andrea Traini – vogliamo condividere con la cittadinanza il modo con cui abbiamo cercato di conciliare le necessità delineate dai gestori e le possibili soluzioni prospettate dai tecnici per minimizzare l’impatto degli impianti e, nello stesso tempo, garantire il segnale e la copertura di un servizio. Va ricordato che la normativa oramai equipara il servizio di telefonica mobile a quello di urbanizzazione primaria, ovvero fognature, pubblica illuminazione o verde pubblico attrezzato. Insomma, stiamo parlando di servizi divenuti oramai essenziali, come conferma la vita quotidiana di tutti noi”.
Attualmente sono presenti sul territorio comunale 40 impianti autorizzati di telefonia mobile dei vari gestori. Ci sono adesso 26 richieste di nuove localizzazioni che i tecnici vogliono ridurre a 12, cioè a meno della metà.
“Ove possibile – prosegue Traini – si sfrutteranno siti pubblici affinché con l’introito dei canoni di locazione che i gestori verseranno il Comune possa finanziare il prosieguo dell’attività di monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico”.