Inizia così il comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale messicana (Cem), firmato dal presidente della Commissione Mobilità umana della Cem, mons. Guillermo Ortiz Mondragón, vescovo di Cuautitlán, e dal segretario generale, mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola. “I vescovi della frontiera settentrionale del Messico e di quella meridionale degli Stati Uniti – prosegue la nota – hanno operato, da più di vent’anni, per dare la migliore attenzione ai fedeli che vivono in due paesi fratelli, residenti di fatto in una sola città; comunità seguite da due diocesi (come ad esempio Matamoros e Brownsville, o Laredo e Nuevo Laredo). La prima cosa che ci addolora è che molte persone che vivono la loro relazione di famiglia, fede, lavoro o amicizia resteranno ulteriormente bloccate da questa inumana interferenza”.
I vescovi messicani si uniscono a quanto espresso da mons. Joe Vasquez, presidente della Commissione Migrazioni della Conferenza episcopale statunitense (Usccb) e vescovo di Austin, il quale ha dichiarato che questo provvedimento “metterà le vite degli immigrati necessariamente in pericolo”, rendendoli più dipendenti, soprattutto le donne e i bambini, da “trafficanti e contrabbandieri”. “Come Chiesa messicana – si legge ancora nel comunicato della Cem – continueremo ad aiutare da vicino e in modo solidale i tanti nostri fratelli che provengono dal Centro e Sudamerica, che attraversano il nostro paese per giungere negli Stati Uniti. Esprimiamo il nostro dolore e la nostra condanna per la costruzione di questo muro, e invitiamo rispettosamente a fare una riflessione più profonda riguardo alle modalità per conseguire la sicurezza, lo sviluppo, l’aumento dell’occupazione e altri provvedimenti, necessari e giusti, senza però provocare maggiori danni a coloro che già soffrono, ai più poveri e vulnerabili”.
Da qui la richiesta “alle nostre autorità perché nel dialogo e nella ricerca di accordi con gli Usa, percorrano delle strade giuste, che salvaguardino la dignità e il rispetto delle persone, senza guardare alla loro nazionalità e credo”. Ogni persona “ha un valore intrinseco e inestimabile, in quanto figlia di Dio”. Infine, concludono i vescovi messicani, “rispettiamo il diritto del governo degli Stati Uniti di custodire i suoi confini e i suoi cittadini, però non crediamo che un’applicazione rigorosa e intensiva della legge sia la modalità adeguata per raggiungere questi obiettivi e che anzi, al contrario, queste azioni siano destinate a generare allarme e timore tra i migranti, disintegrando molte famiglie, al di la di ulteriori considerazioni”.
