“Se la rete unifica, la ridda dì informazioni false, non verificate o soltanto verosimili divide. Tuttavia, la post-verità può anche essere una provocazione a cercare la verità, che san Tommaso definiva come corrispondenza tra realtà e intelletto”. Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, intervenendo all’annuale incontro coi giornalisti, organizzato dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Milano e l’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) in occasione del patrono San Francesco di Sales, all’Istituto Nazionale dei Ciechi di via Vivaio. “Noi abbiamo tutte le forze – ha proseguito il porporato – se viviamo insieme, per attraversare in modo costruttivo questa epoca senza giudicare in maniera irrimediabile questa fase che stiamo vivendo. Non dobbiamo avere paura, se rimettiamo in piedi il soggetto”.
Il cardinale ha dialogato sul tema Vero, verosimile, post-verità con Daria Bignardi (direttore RaiTre), Carlo Verdelli (direttore dimissionario dell’informazione Rai) e Massimo Bernardini (autore e conduttore di TvTalk su RaiTre) davanti a 400 giornalisti presenti all’incontro. Verdelli ha sottolineato che «prima della post verità c’è quasi sempre una bugia, più seducente della notizia che la rete sceglie proprio per questo. I professionisti dell’informazione “devono essere umili e operosi francescani della notizia e fare collettivamente argine applicando, su qualsiasi mezzo, carta stampata, tv, siti, l’algoritmo della credibilità”.
“Il punto è il nostro narcisismo – ha insistito la Bignardi –. Rilanciamo su Facebook notizie false e provocatorie, spesso solo per avere l’illusione di esistere mediaticamente. Ma anche noi professionisti abbiamo le nostre responsabilità quando ad esempio scegliamo il taglio della notizia che più può far indignare. E da qui che dobbiamo ripartire come professionisti dell’informazione”.
Al termine dell’incontro, il card, Scola, rispondendo ad una domanda sulla Visita di papa Francesco a Milano il prossimo 25 marzo ha detto che “sarà un grande dono non solo per Milano ma per tutte le terre lombarde in cui il Papa metterà in gioco la sua capacità di entrare direttamente in relazione con le persone”.
In occasione dell’incontro l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo ha diffuso i dati di un approfondimento dal titolo Diffusione, uso, insidie dei social network. Secondo questa ricerca, tre giovani italiani su quattro, tra i 20 e i 34 anni, si accorgono quando le notizie diffuse sui social media sono false. Nonostante ciò, l’11,2% condivide tutto in modo indiscriminato ritenendo che sia impossibile controllarne la veridicità. Tuttavia questo atteggiamento cambia con il titolo di studio. La percentuale di chi non adotta alcuna strategia e diffonde in modo acritico quello che trova in rete tocca il 15% tra chi non è andato oltre le scuole dell’obbligo, il 9,6% tra chi ha un diploma, l’8,8% tra chi possiede un titolo universitario.
L’indagine condotta a gennaio 2017 su un campione di 2.182 persone, è stata elaborata per Parole Ostili, in programma a Trieste il 17 e il 18 febbraio.
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