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Gli insegnanti di religione siano “molto qualificati e testimoni credibili”

“Avvalersi delle opportunità offerte dall’insegnamento della religione cattolica (Irc) a scuola permette di trovare negli insegnanti delle persone professionalmente molto qualificate, ma anche testimoni credibili di un impegno educativo autentico, pronti a cogliere gli interrogativi più sinceri di ogni persona e ad accompagnare ciascuno nel suo personale ed autonomo percorso di crescita”.
È quanto scrive la presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) nel messaggio rivolto a studenti e genitori che in questi giorni devono decidere se avvalersi o meno dell’Irc per l’anno scolastico 2017-18. Richiamando quanto pubblicato nel volume “Una disciplina alla prova. Quarta indagine nazionale sull’insegnamento della religione nella scuola italiana”, i vescovi sottolineano che “il volto attuale dell’Irc è assai diverso da quello delineato dalla situazione sociale e culturale dell’Italia del 1985, quando fu firmata la Prima Intesa sull’Irc dopo la Revisione del Concordato”.
“La ‘prova’ di cui parla il titolo del volume – proseguono – è quella della scolarizzazione della disciplina, cioè della compatibilità dell’Irc con finalità e metodi della scuola, e gli autori della ricerca ritengono che si tratti di una prova superata in maniera egregia”. Per la Cei, “all’epoca della firma del nuovo Concordato pochi avrebbero scommesso sulla tenuta di questo insegnamento, che oggi invece mostra di essere ancora vitale, con un tasso di adesione globale di poco inferiore al 90% di tutti gli studenti italiani”.

“La ricerca – sottolineano i vescovi – ha anche verificato il sapere religioso degli studenti, rilevando che le cose vanno meno peggio di quanto si possa immaginare: le conoscenze bibliche sono buone; la consapevolezza etica degli studenti cresce col crescere dell’età; alcune conoscenze sulle altre religioni appaiono discrete”.

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