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La Diocesi ha celebrato la memoria di sant’Alfonso Maria Fusco

Di Sara De Simplicio

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Qualche giorno fa è stato l’anniversario di morte di sant’Alfonso Maria Fusco: nel febbraio di 107 anni fa, infatti, se ne andava  il fondatore della congregazione delle Suore di San Giovanni Battista, prima beatificato nel 2001 e in brevissimo tempo proclamato santo da papa Francesco il 16 ottobre 2016.

Un santo forse non molto conosciuto ma molto importante, anche per la nostra diocesi visto che a San Benedetto del Tronto è presente, da moltissimi anni, l’Istituto San Giovanni Battista, una ben riuscita “sintesi” formativa tra cultura e fede.

E, in occasione della memoria liturgica del santo fondatore, proprio a San Benedetto del Tronto, nel salone “Don Bosco” della Cattedrale Madonna della Marina, si è celebrata martedì mattina una Santa Messa presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani, alla presenza di tanti alunni (e rispettive famiglie) frequentanti l’istituto omnicomprensivo cattolico. Questa scuola, infatti, vanta proprio un forte connubio scuola-famiglia, una collaborazione ritenuta fondamentale per la corretta formazione dell’allievo.

I bambini e i ragazzi erano stati preparati per questa celebrazione dalle Suore Battistine attraverso l’ausilio di un libretto sulla storia di Alfonso Maria Fusco che, all’interno della scuola, è una figura davvero importante (ogni giorno, infatti, viene rivolta a lui una preghiera).

Ad accompagnare musicalmente la celebrazione il coro formato da alcuni ragazzi dell’Istituto, assemblato, seguito e coordinato dal maestro di musica Alessio Giuliani.

All’inizio la Madre Superiora ha raccontato in sintesi, per chi non la conoscesse, la vita del santo, un uomo fin dalla tenera età molto religioso e con una forte inclinazione ad aiutare gli ultimi, i poveri e i deboli. Si racconta che, dopo aver preso i voti, Alfonso Maria Fusco una notte ebbe in sogno Gesù che lo invitò ad aprire degli orfanotrofi sia maschili che femminili e soprattutto un ordine di suore che si prendesse cura dei ragazzi meno fortunati. Da quel momento in poi, il sacerdote dedicò la sua vita questa grande impresa, poi portata a termine con successo nonostante i tanti ostacoli incontrati lungo il cammino. Nacquero, infatti, tantissimi istituti educativi e formativi in varie parti del mondo, oltre all’ordine delle suore battistine: una sorta di miracoli viste le tante difficoltà, miracoli avvenuti poi anche dopo la sua morte, come ad esempio la guarigione di un bambino africano e di una suora.

Anche il Vescovo Bresciani, nella sua omelia, ha ricordato quanto sia stata travagliata la vita del santo, una figura tanto speciale proprio perché straordinaria nella sua ordinarietà. Il Vescovo, infatti, ha spiegato come l’essere santi non richieda doti specifiche e rare: “I santi sono state persone normali, proprio come lo siamo noi. Essi hanno avuto il merito, però, di esprimere quell’inclinazione a fare il bene che in realtà è dentro ciascuno di noi. Per questo la nostra speranza è che ognuno di noi può diventare santo. Alfonso Maria Fusco, infatti, ha dovuto affrontare nella sua vita tante battaglie e, quindi, immaginiamo che sarà capitato anche a lui di sbagliare, esattamente come capita a tutti noi. E’ diventato, però, santo perché ha preso sul serio la Parola di Gesù, l’ha fatta diventare la guida della sua vita e dal momento in cui ha iniziato a guardarsi intorno non ha più potuto far finta di nulla. Si era accorto, infatti, che attorno a lui c’erano molti, troppi,  bambini in difficoltà, soli, ospitati negli orfanotrofi, senza un papà e una mamma e senza istruzione.

Così, Alfonso Maria Fusco si è posto delle domande che dovremmo porci anche noi ogni giorno, ovvero: “Posso fare io qualcosa?”. Ed ancora: “Se sì, da solo posso fare molto?”. Così, Fusco si è dato da fare per circondarsi di persone che potessero e volessero collaborare con lui: sono nate così le Suore Battistine che, ancora oggi, sono presenti sul nostro territorio con la stessa vocazione formativa degli inizi. Oggi, infatti, godiamo ancora del bene iniziato dal santo grazie alla presenza di queste scuole e degli insegnamenti che vi vengono impartiti. (…) Dobbiamo, dunque, ringraziare non solo il Signore per averci donato una figura così speciale ma anche tutti coloro che hanno scelto e scelgono ancora oggi di seguirlo. Loro sono, infatti, la testimonianza che il Signore non ci lascia soli se chiediamo a Lui un aiuto per compiere le opere buone: queste, infatti, conducono alla strada della gioia, quella vera e duratura, sperimentata e garantita perché già percorsa da sant’Alfonso Maria Fusco(…)”.

Infine, il Vescovo ha sottolineato la necessità di valorizzare gli istituti cattolici, oggi poco presi in considerazione ma capaci di rappresentare una valida alternativa formativa, capaci di seguire la formazione dell’alunno nella sua totalità, sia dal punto di vista scolastico che umano, e nei quali spesso trovano spazio anche insegnanti laici giovani e plurilaureati.