Di Patrizia Cicconi, foto Luigi Incicco
GROTTAMMARE – La XXV Giornata Mondiale del Malato istituita 25 anni fa dal Santo Papa Giovanni Paolo II, è stata, ed è tuttora, uno straordinario evento ecclesiale. Il tema recita: Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…» (Lc 1,49).
Tale giornata costituisce un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti. Al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, come i familiari, gli operatori sanitari, i volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati. Questa ricorrenza rinnova anche l’impegno spirituale per svolgere sempre al meglio il servizio agli ultimi, agli infermi, ai malati. Inoltre, i momenti di preghiera e le Liturgie eucaristiche offrono un nuovo importante contributo.
Alle ore 17.30 presso la Parrocchia Madonna della Speranza in Grottammare si è svolta la celebrazione con la recita del S. Rosario e a seguire la S. Messa presieduta dal Vescovo S.E. Mons. Carlo Bresciani.
Nella recita del Santo Rosario, il Don Vincenzo Catani anticipa le preghiere con cinque brevissimi pensieri estrapolati dal messaggio di Papa Francesco per questa giornata.
Il Vescovo Mons. Carlo Bresciani nella sua omelia ha esordito riguardo al significato dell’amore di Dio dal quale nessuno è escluso. Dio non guarda alle apparenze ma ci considera tutti simili e suoi figli, ed essendo suoi figli ci ama incondizionatamente. Il Signore ci aiuta a comprendere qual è la strada giusta per noi e tra di noi. Bisogna donarsi all’altro. La gentilezza viene dal cuore. Dobbiamo rispettarci come uomini, donne e per quello che siamo in ogni nostra diversità, e dobbiamo saper apprezzare senza denigrazioni.
Alla conclusione della sua riflessione, il Vescovo sollecita a metterci nell’atteggiamento giusto davanti ai sofferenti, come fece la Madonna apparsa a Bernardette nella grotta di Lourdes: “Come Bernardette, anche noi siamo sotto lo sguardo di Maria, e Bernardette si sentiva guardata dalla Vergine come una persona e le parlava con grande rispetto nonostante fosse povera, analfabeta e ammalata. Ciò descrive la pienezza di una relazione”.
Al termine della celebrazione è seguita la processione all’interno della Chiesa.