“Il Signore ci doni il coraggio necessario per evangelizzare percorrendo strade nuove, così da raggiungere le persone nel loro vissuto concreto, dimorando e spendendo tempo con loro, costruendo giorno dopo giorno quella realtà di comunione, che non è meno missionaria rispetto a quella di chi parte e lascia la propria casa per annunciare ad altri la gioia che ha afferrato il suo cuore”.
Lo ha ricordato il prefetto della Segreteria per la comunicazione (Spc), mons. Dario Edoardo Viganò, celebrando ieri a Orvieto l’eucaristia all’interno dell’iniziativa – dal titolo “Il dono dell’amministrazione: il servizio per il bene comune” – promossa dalla Georgetown University come momento di formazione del processo di riforma della Curia romana.
Lunedì la celebrazione è stata presieduta da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati; oggi celebrerà il card. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Partendo dalla ricorrenza liturgica dei santi Cirillo e Metodio, Viganò ha ricordato che “anche a noi il Signore affida, nella professione, in famiglia, nelle diverse relazioni umane, il compito proprio di ogni cristiano, cioè di trasformare le situazioni di difficoltà in occasioni favorevoli per annunciare il Vangelo, chiedendoci una conversione del modo di guardare e di vivere le situazioni”. “Solitamente – ha aggiunto – pensiamo che i missionari siano soltanto coloro che partono, allargano gli spazi in cui il Vangelo viene annunciato; cioè, pensiamo all’evangelizzazione soprattutto nell’ambito dello spazio. Ma il testo evangelico che abbiamo appena ascoltato ci parla di un’evangelizzazione che si svolge nell’ambito del tempo”. Piuttosto, ha osservato, “per essere missionari non è sufficiente trovare il modo di diffondere una parola codificata, senza preoccuparsi che abiti nei cuori. Per annunciare la Buona Notizia è necessario trovare un linguaggio, una traduzione del Vangelo nella cultura delle persone a cui ci si rivolge”.
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