ROMA – “La lotta alla criminalità deve essere il primo punto di un’agenda per il Mezzogiorno. Non può esistere una comunità, laddove vi siano forze criminali che condizionano l’agire degli uomini. Dove c’è criminalità non c’è e non ci può essere sviluppo”. Lo ha evidenziato il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, intervenendo ieri alla Camera dei deputati, a Roma, alla presentazione del “Rapporto sull’agricoltura del Mezzogiorno” curato da Ismea e Svimez. “Non mi riferisco – ha precisato Galantino – solo all’impossibilità per gli imprenditori di operare, ma soprattutto ai giovani, alle famiglie. Che futuro può assicurarsi a un ragazzo che vive in un contesto inquinato dalla criminalità?”. Declinando le “precondizioni per una politica di sviluppo”, il segretario della Cei ha citato tra l’altro il peso della burocrazia. “Troppi progetti naufragano per sfiducia, stanchezza e una burocrazia che quanto a vessazioni” opera in maniera analoga alla “criminalità”, ha osservato Galantino. Quindi, è necessario “l’orientamento dell’azione delle istituzioni ai risultati”. “È mortificante – ha osservato – sentire parlare di amministrazioni che fanno poco o nulla per trattenere ingenti finanziamenti europei. Si chiama incapacità di amministrazione e di progettazione”.
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