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Lettere al direttore Pompei: i limiti di “Mani Pulite”

Tra le tante richieste pervenute alla posta «Lettere al Direttore», mail settimanaleancora@gmail.com, quelle più numerose hanno riguardato l’argomento “Mani Pulite” e il ricordo che ne hanno fatto i mass-media nel 25° anniversario. Entrare nel labirinto della storia umana spaventò anche il Manzoni e si rifugiò “ai posteri l’ardua sentenza”; io voglio strisciare per terra e rifarmi a metodi di vita vissuta. 

Il direttore Pompei risponde: “Il metodo delle pulci nella storia degli uomini è stato sempre efficace, e se ora ci mettiamo a “fare le pulci” a Mani Pulite ci accorgiamo in quante contraddizioni si sta ancora navigando. Quando si era soliti litigare in modo chiassoso in mezzo alla strada, trasformando la lite  in spettacolo, uno dei momenti di maggiore intensità e ilarità era l’atteggiamento delle donne che dovevano dimostrare di essere pulite esibendo la propria igiene intima. Era allora un sollevarsi delle immense gonne, con gran richiami delle mamme, perché i figli non dovevano vedere “le vergogne”, come allora si diceva , delle contendenti. E’ proprio buffa la storia umana: “vergogne” e pulizia facevano tutt’uno.

Che non sia la stessa cosa per “Mani Pulite”?. Che la giustizia abbia smascherato politici disonesti, arricchiti a spese del denaro pubblico, è stato certamente cosa meritoria, ma oggi freddamente possiamo dire che si è innescato un procedimento che è andato molto più in là, confondendo il tutto e giocando su autentici momenti di panico, in un contesto politico in cui difficilmente ci si poteva dire di essere completamente immuni. L’attacco alle persone si è trasformato in annientamento di alcuni partiti, creando un vuoto di potere e una instabilità di cui  ancora oggi soffriamo le conseguenze. Non credo che a così pochi anni di distanza si sia in grado di fare una serena valutazione di quegli eventi, per cui mi sembra veramente fuori luogo, una celebrazione. Forse sarebbe stato più efficace un esame di coscienza e se poi tutti quelli che sono scesi in piazza sono veramente animati da sentimenti di pulizia, allora è bene che comincino da molto vicino. Occorre anche guardarsi intorno e constatare come per esercitare certi diritti il cittadino ha bisogno di sostanziosi supplementi di denaro: come ad esempio nel campo di specializzazioni mediche. Possiamo dire la stessa cosa in tutti gli altri ambienti, dove è necessario avere l’amico giusto per ottenere ciò che ti aspetta  di diritto. Non sono  soldi, è vero, ma l’esigenza di pulizia non può fare distinzioni.

Certamente è un diritto reclamare “Mani Pulite”, specialmente quando le si deve usare nel potere. Ma è bene ricordarsi  della doppia bisaccia di cui Giove, come scrive Fedro, gravò gli uomini, con la sacca contenente le cose proprie dietro le spalle e quella degli altri davanti facilmente consultabile. Non facciamo celebrazioni alla Masaniello. Errori  se ne fanno;forse è bene, invece di ornarsi di aureole e scendere sulle piazze con tanto di megafono, sostare a riflettere su certi limiti degli uomini, compresa la giustizia”.

Redazione: