Quando Lui dona qualcosa dona sé stesso, che è tutto”. Tuttavia, ha osservato, “c’è una parola”, in questo passo del Vangelo, “che ci fa riflettere: riceve già ora in questo tempo cento volte in case, fratelli insieme a persecuzioni”. Il dono di Dio, ha spiegato Francesco, è una “pienezza annientata” sulla Croce, che per il cristiano comporta “entrare” in un “altro modo di pensare, in un altro modo di agire”. “Questo è lo stile del cristiano”, ha detto il Papa: “Cercare la pienezza, ricevere la pienezza annientata e seguire per quella strada”. “Non è facile”, ha ammesso Francesco, ma il “segno” che ci stiamo incamminando su questa strada è la gioia: “Occhio contento, lieto il volto, gioia, occhio contento… Il segno che noi andiamo su questa strada del tutto e niente, della pienezza annientata, è la gioia”.
Il giovane ricco, invece, “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato”. “Non è stato capace di ricevere, di accogliere questa pienezza annientata – ha ammonito – i Santi, Pietro stesso, l’hanno accolta.
E in mezzo alle prove, alle difficoltà avevano lieto il volto, l’occhio contento e la gioia del cuore”. Questo “è il segno”, ha concluso Francesco ricordando il Santo cileno Alberto Hurtado: “Lavorava sempre, difficoltà dietro difficoltà, dietro difficoltà… Lavorava per i poveri… È stato davvero un uomo che ha fatto strada in quel Paese… La carità per l’assistenza ai poveri… Ma è stato perseguitato, tante sofferenze. Ma lui quando era proprio lì, annientato in croce, la frase era: ‘Contento, Señor, Contento’, ‘Felice, Signore, felice’.
Che lui ci insegni ad andare su questa strada, ci dia la grazia di andare su questa strada un po’ difficile del tutto e niente, della pienezza annientata di Gesù Cristo e dire sempre, soprattutto nelle difficoltà: ‘Contento, Signore, contento’”.