SPOLETO – Concluso a Spoleto, nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 3 marzo, nella Sala Barberini del Museo Diocesano, l’incontro tra i Vescovi delle diocesi terremotate del Centro Italia e il direttore generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Antonia Pasqua Recchia, il commissario straordinario del Governo alla ricostruzione Vasco Errani, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, il soprintendente speciale unico per le zone dell’Italia centrale colpite dal terremoto Paolo Iannelli, il responsabile della sezione Beni culturali della Protezione civile umbra Filippo Battoni. L’incontro, che ora ha cadenza mensile, ha avuto la finalità di fare il punto sul percorso delle messa in sicurezza e della ricostruzione dei beni ecclesiastici. Gli onori di casa sono stati fatti dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo. Presenti diversi Vescovi delle zone terremotate dell’Italia centrale, tra cui il cardinale arcivescovo di Ancona-Osimo Em. Edoardo Menichelli, il vescovo di San Benedetto del Tronto Mons. Carlo Bresciani, il vescovo di Ascoli Piceno mons. Giovanni d’Ercole, il vescovo di Camerino-San Severino Marche mons. Francesco Giovanni Brugnaro, il vescovo di Macerata Mons. Nazzareno Marconi, il vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili, l’arcivescovo di Pescare-Penne mons. Tommaso Valentinetti.
La prima a prendere la parola è stata la Pasqua Recchia: «Siete i rappresentanti – ha detto ai Vescovi e ai loro collaboratori negli uffici tecnici – di territori ricchissimi di storia i cui edifici crollati o lesionati vanno ricostruiti. Abbiamo fatto oltre 4000 sopralluoghi e tutta la verifica sta arrivando a conclusione e ciò consentirà di avere un quadro più chiaro della situazione». Paolo Iannelli, soprintendente speciale unico per le zone dell’Italia centrale colpite dal terremoto, ha definito gli incontri come questo di Spoleto «occasioni stimolanti in cui siamo monitorati in quello che facciamo. Per la tutela dei beni culturali stiamo studiando dei criteri oggettivi, il più possibile trasparenti». Qualche esempio: «Un santuario indipendentemente se è grande o piccolo, ricco o meno di affreschi è di alto valore simbolico ed ha quindi priorità; sono poi da privilegiare gli interventi dove c’è una compartecipazione alla spesa da parte della Conferenza Episcopale Italiana, della stessa Diocesi o di imprenditori, donatori ecc…».
L’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche mons. Francesco Giovanni Brugnaro si è detto soddisfatto per i primi puntellamenti che consentono piano piano di rientrare a Camerino.
«Il dramma – ha detto – sono i piccoli Comuni, il grande numero di chiese – oltre 70 nella mia Diocesi – completamente distrutte. Chiedo – ha detto ai rappresentanti delle istituzioni – come mettere al sicuro le macerie? Se non vanno recuperate, dove vanno?
Chiediamo maggiore puntualizzazione e chiarezza per portare nei nostri territori tutto quanto di buono state facendo». A mons. Brugnaro ha risposto la Pasqua Recchia, sottolineando come la Regione Marche è in ritardo, per vari problemi in via di definizione, nell’individuazione dei luoghi per sistemare le macerie. Ha ribadito con chiarezza che «hanno un valore culturale e che quindi vanno messe in salvo.
Le conserveremo – ha sottolineato – anche se non si dovessero ricostruire per qualsivoglia ragione (anche se noi del Ministero non contempliamo il non ricostruire) chiese o cappelle. Recuperare dalle macerie quanto più patrimonio possibile è un processo fondamentale per la ricostruzione».
L’arcivescovo di Pescare-Penne mons. Tommaso Valentinetti ha chiesto se nella ricostruzione le Diocesi devono sottostare alle progettazioni delle Soprintendenze. Ancora la Recchia: «Si vuole superare tutto questo e trovare professionalità nel mercato. Si sta lavorando per individuare progettisti, che ci sono già nei territori e nelle vostre organizzazioni, a cui si possono affidare incarichi tramite un bando pubblico. Non faremo affidamenti diretti.
Per gli interventi inferiori ai 40mila euro, invece, può avvenire l’affidamento diretto da parte della Diocesi a professionisti idonei».
Mons. Carlo Bresciani, vescovo San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto ha chiesto che nelle priorità vengano inserite anche quelle chiese terremotate che non hanno un valore storico artistico – come ce ne sono molte nella mia Diocesi – ma che sono necessarie per la vita spirituale dei fedeli».
Vasco Errani, commissario straordinario del Governo alla ricostruzione, ha detto ai Vescovi di gestire questa delicata fase con saggezza, «ma a voi – ha detto scherzando – non manca». Poi, entrando nel concreto: «I puntellamenti fateli, sono nella norma e devono essere pagati. Se qualcuno vi blocca, segnalatemelo.
Per le chiese che non sono beni culturali la messa in sicurezza spetta al sindaco per ragioni di incolumità e non lo può fare la proprietà.
Dovremmo aver risolto definitivamente il tema del rapporto con i professionisti per i danni lievi, quindi si può procedere». Ancora Errani: «Stiamo realizzando le prime 21 nuove scuole i cui cantieri partiranno a maggio-giugno; l’ordinanza per la riparazione o demolizione/ricostruzione delle imprese è operativa; entro la fine della settimana prossima ci dovrebbe essere l’ordinanza per le lesioni gravi alle abitazioni private. Certo – ha detto Errani – non esiste un impianto che possa rispondere a tutti i problemi, quindi correggeremo di volta in volta le ordinanze. Ci stiamo adoperando, poi, per dare risposte fiscali alle aziende, per attrarre investimenti; stiamo cercando una soluzione per i danni indiretti, soprattutto nel settore turistico-commerciale anche fuori dal cratere. Roma non risente dal punto di vista turistico del terremoto di Amatrice, ma Perugia, ad esempio, risente molto del terremoto di Norcia».
Al termine dell’incontro l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha ringraziato gli intervenuti, dicendo che «il senso di questi incontri mensili è quello di continuare la collaborazione tra le Diocesi, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli uffici del Commissario Errani in maniera che quanto è stato iniziato si possa approfondire e possa portare frutto. È stata confermata la volontà di lavorare insieme per risolvere i diversi problemi che di giorno in giorno si presentano. Stiamo seminando idee per la ricostruzione del nostro patrimonio storico-artistico e speriamo che germoglino e portino frutto in tempi brevi. Da questo incontro è scaturita l’idea di individuare una chiesa simbolo per ogni Diocesi da proporre come modello per la ricostruzione. Sarebbe bello – ha concluso il Presule – rimettere in piedi un monumento che diventi simbolo di speranza e di ripartenza. Per la mia Diocesi sarà sicuramente la basilica di S. Benedetto a Norcia». Il prossimo incontro si terrà a Camerino il 7 aprile.
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Sono pienamente d'accordo con il Vescovo Bresciani! A Montelparo, se non fosse per la restaurata Chiesa dei Santi Pietro e Silvestro (destinata, nel 2015, a tutt'altro dall'Amministrazione Comunale: Sala Convegni) il paese e la Parrocchia del Priore padre Agostino Maiolini non avrebbe un luogo in cui celebrare le funzioni di nessun tipo (i funerali si celebrano nella cappellina del cimitero!). E quindi, prima del recupero, pur necessario e urgente, delle chiese artistiche, è opportuno poter riaprire i luoghi in cui poter celebrare le funzioni!