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“Aver cara la solitudine e la cura dei poveri”, l’esortazione di Maria d’Agreda per la Quaresima

Zenit

Seguire le orme di Gesù con la Madonna: così potrebbe essere sintetizzata  La mistica città di Dio (Ed. Porziuncola, Assisi) di Maria di Gesù di Agreda (1602-1665). Infatti in tale opera la Concezionista spagnola legge il Vangelo dalla prospettiva della Vergine Maria e ponendo alla fine di ogni capitolo un’esortazione che la Madonna stessa affida alla scrivente ma anche ad ogni persona che leggerà tale poema. Ecco di seguito le due indicazioni che Maria di Agreda pone in bocca alla Vergine al termine della narrazione delle tentazioni di Gesù nel deserto. 

Figlia mia, ti do l’insegnamento di questo capitolo, racchiuso in due importanti ammonimenti. Il primo è quello di aver cara la solitudine e fare in modo di custodirla con singolare cura, affinché ti spettino le benedizioni e le promesse che Cristo meritò e preannunciò a quelli che lo avrebbero seguito in essa: cerca sempre di stare appartata, quando per obbedienza non sei obbligata a conversare con qualcuno e, anche in questo caso, se ne esci, portala con te nel segreto in maniera che né i sensi né il loro uso la allontanino. Negli affari di questo mondo devi essere come di passaggio, fissa nel deserto che è dentro di te, e, affinché qui tu possa ritrovarla, non devi lasciare che vi si introducano immagini di creature, immagini che talvolta ci occupano più delle creature stesse e sempre tolgono la libertà interiore. Sarebbe cosa riprovevole che ti soffermassi su qualcuna di esse o che qualcuna prendesse posto nel tuo cuore, poiché mio Figlio lo brama tutto e solo per sé, e anch’io desidero questo. Il secondo è quello di attendere innanzitutto a ritenere degno di stima il tuo intimo per conservarlo puro e senza macchia. Quindi, è mia volontà che ti impegni per la giustificazione di tutti e particolarmente che imiti il Signore e me in ciò che operammo a favore dei più poveri e piccoli. Essi chiedono spesso il pane del consiglio e della sapienza e non trovano chi lo comunichi e distribuisca loro, come accade invece ai più potenti e ricchi, i quali hanno numerosi ministri da poter consultare. Molti di questi umili e sventurati vengono da te: ricevili con la compassione che ne senti, consolali e accarezzali, affinché con la loro sincerità accettino la luce e i suggerimenti che ai più accorti si devono dare in diverso modo. Procura di guadagnare tali anime, che tra le miserie temporali sono preziose agli occhi di Dio, e lavora incessantemente affinché esse e le altre non perdano il frutto della redenzione. Non essere mai soddisfatta, ma stai sempre pronta anche a morire, se fosse necessario.

Per un approfondimento cfr. http://www.assisiofm.it/una-donna-tra-gli-indios-71741-1.html

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