Quando si è bambini il Carnevale è una festa che si aspetta con ansia e viene vissuta come la festa del divertimento puro: mettersi una maschera colorata per far finta di essere un supereroe, un astronauta o una principessa, per giocare e ridere a più non posso con gli amici, senza sovrastrutture e senza conoscere il motivo per cui questa festa sia nata…. poi si cresce! Alcuni rimangono indifferenti a questa giornata, o se ne ricordano soltanto perché la mamma frigge i dolci più goduriosi di tutto l’anno, altri invece la interpretano come un momento in cui tutto è lecito, in cui qualunque cosa si faccia si è coperti da una buona giustificazione!
Io facevo parte della prima categoria di persone poi è iniziata per me l’esperienza del volontariato come soccorritore in ambulanza e solo qualche mese dopo l’entrata nella mia associazione mi è stato proposto di dare una mano per l’assistenza sanitaria nelle due giornate di Carnevale nel paese in cui abbiamo la nostra sede (uno di quelli noti per avere un Carnevale a cui “si va per ubriacarsi”).
Avevo appena compiuto 18 anni e non avevo ancora mai assaggiato un alcolico. In quelle due giornate ho potuto vedere l’effetto dell’eccesso di alcol su decine di ragazzi e ragazze, spesso più giovani di me.
Mi hanno molto colpito in particolare quelle ragazzine di 14-15 anni che a volte, quando le abbiamo soccorse per strada, anche nel primo pomeriggio, erano già quasi in stato di coma etilico.
Per non parlare poi di alcuni che non si accontentano dell’alcool e cercano uno stato di benessere con qualche altra sostanza illegale! Forse, però, quello che più mi infastidisce è vedere quelli che arrivano ad addormentarsi con la testa nel proprio vomito senza neanche accorgersene… Mi scuso per queste immagini, forse un po’ crude, ma vorrei far capire anche a voi quello che ho potuto vedere in questi anni…
Da allora ho iniziato a riflettere su una realtà che non conoscevo, sul motivo per cui, anche se occasionalmente, si senta la necessità di oltrepassare i limiti tanto da estraniarsi completamente dalla realtà e ancora non ho trovato una risposta…
Il Carnevale dovrebbe essere la festa del divertimento.
Mi chiedo però qual è il divertimento nel perdere la lucidità tanto che chiunque potrebbe fare di te ciò che vuole? Qual è il divertimento nel cadere a terra privo di sensi? Quale divertimento si percepisce quando non si è più in grado di rispondere ad alcuno stimolo del mondo esterno?
Probabilmente però la riflessione dovrebbe andare ancora più in profondità, dovremmo cercare la risposta nel desiderio di ricerca di felicità che spesso si riduce a una sbornia come in questi giorni di Carnevale.
Forse c’è poca chiarezza su cosa sia realmente importante. Sicuramente non possiamo avere una risposta univoca ma è comunque importante riflettere e questi miei pensieri sono semplicemente un invito a farlo.
Qualcuno potrebbe dire che non serve a nulla parlare volendoci far credere che siamo impotenti davanti a queste situazioni, ma io non ci credo ed anzi penso che in quanto cristiani c’è almeno una cosa che possiamo fare: possiamo pregare perché la preghiera è la nostra arma più forte! E quale periodo migliore se non la quaresima che è il periodo in cui dovremmo ricostruire il nostro rapporto personale con Dio?