Questa Italia, di grande storia, l’Italia del Colosseo dei Fori Imperiali, della Cappella Sistina della Cupola del Brunelleschi, del Ponte Vecchio, di piazza San Marco, della Gioconda, della Primavera di Botticelli, del Caravaggio, della Divina Commedia e di Leopardi, di Galileo, di Enrico Fermi, Marconi, Renzo Piano, Olivetti, La Pira e De Gasperi, Donizetti, Verdi, Mercantini, Garibaldi e Mazzini, Giulio Cesare, Virgilio, D’Avenia, l’Italia che immagina l’infinito oltre una siepe, che si commuove davanti alla Pietà, si sente unita cantando Mameli, gioisce per un gol di Tardelli, non merita un ponte che cade. Questa Italia no. Gli italiani sì.
Non c’è da prendersela con questo o con quello perché questa é l’arte di non sentirsi responsabili, coinvolti, complici. Ed invece io, che oggi sarei dovuto passare sotto quel ponte se non fosse per uno scambio di date di un corso, io che sarei potuto essere una vittima perché percorro spesso quel tratto, mi sento responsabile, coinvolto e complice.
Ingegneri fate bene il vostro lavoro, commercianti, imprenditori, impiegati, dipendenti pubblici, carpentieri, professionisti, macellai, operatori ecologici, scienziati, insegnanti, medici, calciatori, giornalisti, studenti, fate bene il vostro lavoro.
Facciamo bene il nostro lavoro perché la nostra Italia é fondata sul lavoro. Facciamo bene il nostro lavoro, mettendo al primo posto l’uomo. Mettendo al primo posto l’uomo perché questo é umano. E se l’Italia è bella lo è diventata ogni volta che gli italiani si sono messi al servizio dell’uomo, quando è stata umana.
Se crollano ponti, cadono edifici, i treni si scontrano, non é fato, é l’uomo che ha dimenticato l’uomo.
Questo l’Italia non lo merita, l’Italia non merita questi italiani.
Ma se l Italia è l’Italia è per gli italiani tutti. Mettiamoci insieme per farla nuovamente bella. Ognuno con il suo lavoro, fatto bene, con amore per l’uomo.