Di Don Lorenzo Bruni
MONTALTO DELLE MARCHE – Tante le testimonianze di cordoglio e di amicizia che sono state rappresentate in Diocesi per la morte di padre Alfredo (Virgilio) Botticelli.
Davvero consolante già il susseguirsi delle visite che nei mesi passati aveva accompagnato il religioso Salvatoriano lungo il suo itinerario di lungodegenza, dapprima presso l’Ospedale civile, quindi alla Clinica Villa Anna, e poi da ultimo presso la RSA di San Giuseppe, sempre e comunque a San Benedetto del Tronto. Purtroppo la malattia già in stadio avanzato non ha ricevuto effetto duraturo dalle terapie comunque tentate dai medici dei diversi nosocomi, per cui all’alba di Lunedì 6 marzo, dopo diversi mesi di sofferenza fisica, padre Alfredo raggiungeva quell’eternità beata cui ha teso e informato tutta la sua esistenza terrena, e alla quale ha insegnato a credere e a sperare generazioni intere di credenti in Cristo. Nativo di Porchia di Montalto delle Marche, entrato giovanissimo nella Congregazione del Divin Salvatore (che nel secolo scorso aveva presso l’antico Episcopio di Montalto il suo Istituto di formazione), si era prodigato molto in giovane età nell’animazione e nella direzione delle giovani generazioni di studenti e di seminaristi, anche Oltralpe.
Molto conosciuto poi, e apprezzatissimo, il suo ministero pastorale a favore di diverse nostre Parrocchie, dalla montagna fino al mare: Montemonaco, Rotella, la Concattedrale di Montalto, Patrignone, il Trivio di Ripatransone, la Madonna di Fatima in Valtesino di Ripatransone, la Gran Madre di Dio a Grottammare, senza dimenticare mai la nativa Porchia, da lui sempre eletta come ritiro nei brevi tempi di vacanza, e negli ultimi mesi prima della malattia. La camera ardente, allestita dapprima presso il piccolo obitorio della RSA sambenedettese, è stata poi trasferita nella Concattedrale sistina fin dal pomeriggio di Martedì 7 marzo u. s., vedendo un ininterrotto flusso di persone, silenzioso e orante, dare l’ultimo saluto al suo feretro, fino alla mezzanotte, e poi ancora, dal mattino presto fino alle tre del pomeriggio, quando, dopo l’ultimo momento di veglia, animato dal Parroco don Lorenzo Bruni, ha avuto inizio la solenne Celebrazione esequiale. A presiederla naturalmente il nostro Vescovo Carlo; concelebrati principali il Vescovo emerito della Diocesi, monsignor Gervasio Gestori (l’altro dei quattro vescovi serviti da padre Botticelli), il Vicario generale della nostra Chiesa diocesana, monsignor Romualdo Scarponi, e padre Agostino Maiolini, confratello del defunto, che a nome del padre generale della Congregazione ha tracciato un essenziale profilo biografico di padre Alfredo ai presenti e ha ringraziato tutti gli intervenuti (più di trenta sacerdoti tra diocesani e religiosi, venuti anche da Roma) che hanno gremito l’aula liturgica e il portico della Basilica Concattedrale. La sentita celebrazione è stata animata dai diversi componenti dei Cori o Corali provenienti dalle Parrocchie servite da padre Alfredo, diretti dal maestro Massimo Malavolta (che aveva collaborato col defunto nel suo servizio svolto anche a favore dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del Clero).
Al termine, i Sindaci di Montalto e Montemonaco hanno rivolto ai presenti il loro saluto e la loro testimonianza, e anche tante altre persone hanno voluto, seppur brevemente, indirizzare alla memoria del compianto padre Alfredo il loro commiato. Al suono festoso del campanone della torre della Concattedrale, com’è usanza salutare i sacerdoti montaltesi che partono da questa terra, la bara ha lasciato piazza Sisto V per raggiungere il silenzio campestre del piccolo Cimitero di Porchia, dove il feretro è stato sepolto, ricevuta l’ultima benedizione impartita dallo stesso Parroco. In quella pace, vicino al luogo del riposo eterno dei suoi amatissimi Genitori, padre Alfredo aspetta ora la risurrezione dei giusti alla fine dei tempi; lì riecheggiano le parole cantategli dai componenti del Coro “La Cordata” e della Corale “Sancta Maria in Viminatu“ durante le Esequie, a sottolineare il suo indicibile amore per la montagna, che ha trasmesso ai giovani e ai meno giovani in tutti gli anni della sua vita, fino all’ultima estate: “Dio del Cielo, Signore delle Cime, un nostro amico hai chiesto alla montagna; ma Ti preghiamo, ma Ti preghiamo: su nel Paradiso, su nel Paradiso, lascialo andare per le Tue montagne!”.