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50 anni dalla “Populorum progressio”: card. Parolin, “sostituire la legge del potere con il potere dell’amore”

“Sostituire la legge del potere con il potere dell’amore”. È questa, per il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, la strada per realizzare lo “sviluppo umano integrale” auspicato 50 anni fa da Paolo VI. Nell’omelia della Messa celebrata ieri nella basilica di San Pietro, in occasione della conferenza internazionale promossa dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale a 50 anni dalla “Populorum progressio”, il cardinale ha spiegato che non servono “buone intenzioni”, ma “azioni concrete” per promuovere la solidarietà “con ogni persona che soffre” e la pace. Il punto di partenza, ha affermato, è la “preoccupazione costante per la dignità della persona – corpo e anima, donna e uomo, individuo e società – per perseguire ogni ingiustizia”. Parolin ha definito “provvidenziale la coincidenza” tra i 50 anni della Populorum progressio e l’inizio dell’attività del nuovo Dicastero voluto da Papa Francesco, che raccogliere quattro organismi della Santa Sede (Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, Cor Unum, Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti e Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari) per porre fine alle “forme di marginalizzazione” verso i migranti, coloro che si trovano in situazione di privazione e di bisogno, i carcerati, i disoccupati, le vittime di guerre e di catastrofi naturali. “Nessuno è troppo piccolo” per non impegnarsi a dare il proprio contributo allo sviluppo, ha ammonito il segretario di Stato, precisando che il nuovo Dicastero pontificio deve agire “come un unico corpo, con differenti funzioni”. Di qu l’invito, rivolto ai presenti, a “lavorare insieme, uniti nella preoccupazione gli uni per gli altri, per proclamare la salvezza al centro e alle periferie, la pace e la riconciliazione tra individui e i popoli”. “Non bisogna aver paura di sporcarsi le mani, per lavorare per la pace e la giustizia nel mondo”, l’invito finale.