Chiara, Luca, Martina, Matteo e Sara

RIPATRANSONE – Sabato 25 marzo i ragazzi cresimandi del gruppo di catechesi “Il Dono della Vita” ci siamo recati in visita al Monastero di San Marco delle suore Benedettine di clausura di Offida per ritirare il Cero Pasquale dell’anno liturgico 2016/2017 della nostra parrocchia.

Ci ha accolto madre Margherita proveniente dalla Corea del Sud. Molto gentilmente ci ha espresso tutti i suoi più sentiti auguri per il sacramento che andremo a ricevere e nonostante le sue difficoltà linguistiche e l’impossibilità di avvicinarci a lei, per via del suo ordine, ci ha raccontato un po’ di se stessa e in che cosa consistevano i suoi compiti nel monastero.

Da sedici anni lei fa parte della vita monastica di Offida, all’inizio erano circa 40 consorelle mentre oggi sono poco più di 20 poiché in molte hanno fondato altri monasteri in tutto il mondo come in Georgia, in Slovacchia e uno vicino alle nostre zone (in provincia di Teramo).

Madre Margherita si dedica alla pittura, alla decorazione dei Ceri Pasquali e alla preghiera come prevede la regola benedettina ora et labora.

Insieme abbiamo riflettuto sul significato della Pasqua e in anteprima, lei ci ha mostrato il disegno che ha raffigurato sul nostro cero pasquale spiegandocene il significato:

“Il cero si ispira a una miniatura medievale che raffigura il Cristo vincitore della morte che risale dagli inferi. Nella sua sinistra ha un rotolo che contiene i nomi di tutti noi, nella destra, invece, porta come trofeo una croce per indicare che ormai non è più un supplizio ma “bastone e vincastro” (Sal 23,4) come guida al Padre.

Lo sfondo mostra un cielo stellato per indicare che anche le creature del cielo partecipano alla Sua opera di salvezza (cf. Gdc 5,20). Dietro il Risosto si intravede una strada che conduce alla croce superiore, perché Egli stesso ci dà la possibilità di percorrere passo dopo passo questa via affiancandoci fino all’incontro con il Volto del Padre.

Nella parte inferiore -a mo’ di cornice- si trova un’invocazione che si ispira alla Lettera degli Efesini 2,14. Tradotto in italiano dice: “Gesù, nostra pace, fa’ dei due una cosa sola”. Dipingendo a mano ogni singolo cero, le suore chiedono nella preghiera al Signore per ogni luogo dove arderà, di donare pace in ogni cuore, pace nelle famiglie, nelle Comunità, nelle città, soprattutto là dove l’umanità è più ferita e in difficoltà”.

La cera utilizzata è fabbricata direttamente dalle api e simboleggia al parola di Dio che si scioglie e si consuma per noi.

Al termine della visita abbiamo scritto una preghiera che sarà posta sotto l’altare dove le suore reciteranno i vespri della sera.

Abbiamo, inoltre, reso lode allo Spirito Santo con questo canto:

Questa breve esperienza è stata magnifica, ci ha fatto scoprire la missione che queste suore sono state chiamate a compiere.

Inizialmente ci sembrava fosse “poco cristiano” ritirarsi in un monastero, senza mai uscire e non avere contatti con gli altri, solo per pregare e lavorare tutti i giorni; alla fine, con questa testimonianza, siamo cresciuti un po’, abbiamo capito che è la preghiera la soluzione a tutti i nostri problemi quotidiani e che a volte, è l’arma più potente che abbiamo per sconfiggere il peccato.

 

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