L’altro volto della speranza di Aki Kaurismäki, con Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula, Janne Hyytiäinen, Nuppu Koivu. Il film ha vinto l’Orso d’argento per il miglior regista al Festival di Berlino 2017.
La Bella e la Bestia di Bill Condon, con Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Kevin Kline, Josh Gad, Ewan McGregor.
L’altro volto della speranza di Aki Kaurismäki
giovedì 13 aprile ore 21,30
venerdì 14 aprile ore 21,30
sabato 15 aprile ore 21,30
domenica 16 aprile ore 16,30-21,30
lunedì 17 aprile ore 18,30-21,30
La Bella e la Bestia di Bill Condon – INGRESSO A 5,00 € PER TUTTI
sabato 15 aprile ore 18,30
domenica 16 aprile ore 18,30
lunedì 17 aprile ore 16,30
rassegna martedì d’essai
Moonlight di Barry Jenkins
martedì 18 aprile ore 18,30-21,30
ingresso unico €5,00
Al Cinema Margherita proseguono gli appuntamenti con il Cinema d’Essai, martedì 18 aprile la rassegna propone Moonlight di Barry Jenkins.
L’altro volto della speranza: Khaled è un rifugiato siriano che ha raggiunto Helsinki dove ha presentato una domanda di asilo che non ha molte prospettive di ottenimento. Wilkström è un commesso viaggiatore che vende cravatte e camicie da uomo il quale decide di lasciare la moglie e, vincendo al gioco, rileva un ristorante in periferia. I due si incontreranno e Khaled riceverà aiuto da Wilkström ricambiando il favore. Nella società che li circonda non mancano però i rappresentanti del razzismo più becero. (www.trovacinema.it)
“L’insoddisfazione esistenziale sembra essere ormai connaturata con la vita dell’uomo occidentale. Non è un caso che il film ci mostri all’inizio Wilkström che se ne va da casa lasciando sul tavolo la fede nuziale.
Kaurismaki ha già però provveduto a metterci sull’avviso: ci sono ben altre tensioni che attraversano il mondo e il volto di Khaled, nero del carbone in cui si è nascosto, ce lo testimonia. Il Maestro finlandese continua a visitare il suo mondo di emarginati ed autoemarginati dalla vita ai quali non è concesso di mostrarsi troppo malinconici (anche se lo sono) e che a buon diritto possono provare gli stessi sentimenti dello Shylock shakespeariano.
A partire da Miracolo a Le Havre in questo universo si è però inserito, con la forza dirompente di un estremo bisogno di solidarietà, il tema dell’immigrazione. Kaurismaki non crede in una religione ed esonera da questo compito anche il suo protagonista siriano, liberandolo così da quel marchio che l’ISIS gli ha imposto e che l’Occidente più retrivo è stato ben lieto di potergli indiscriminatamente applicare. Crede però nell’umanità e i suoi personaggi, a differenza di sacerdoti e leviti, sono buoni samaritani in cui l’egoismo cerca magari di farsi strada ma senza troppe possibilità di successo.
Ciò che fanno, come reagiscono, quello che dicono sembra a tratti surreale contrapponendosi quasi alla concretezza del dolore e della morte che accompagna nell’intimo chi ha abbandonato la propria terra per cercare scampo da una sorte univoca. Ma al contempo ci ricorda che se anche solo una minima parte di quel sentire surreale si impadronisse della società tutti potremmo vivere un po’ meglio. Mettendo magari in condizione di non nuocere non chi chiede giustamente una gestione seria del problema ma chi ne approfitta per seminare una paura che si traduce in odio. Questa è la lezione più importante che Kaurismaki continua ad impartirci. Non dimenticando di farci anche sorridere come solo i grandi del cinema hanno saputo fare.” (Giancarlo Zappoli – Mymovies.it)
La Bella e la Bestia: Ventisei anni dopo il film d’animazione che per primo sfondò la barriera della nomination all’Oscar come Miglior Film, la Disney torna su quei luoghi incantanti: il villaggio francese di Belle e il castello stregato della Bestia, dove un orologio, un candelabro, una teiera e la sua tazzina, il piccolo Chicco, trascorrono l’esistenza prede di un sortilegio, sperando che non cada anzitempo l’ultimo petalo di una rosa o non torneranno mai più umani. (www.trovacinema.it)
“Il nuovo La bella e la bestia non reinventa quasi nulla, e laddove lo fa, nel prologo settecentesco, nell’introduzione di un paio di personaggi e di alcuni interpreti di colore, non opera modifiche particolarmente incisive e sembra piuttosto obbedire a qualche legge morale o hollywoodiana, che ha poco a che vedere col materiale creativo. Al contrario, il film di Condon segue piuttosto alla lettera il precedente animato, riprendendone il copione, il libretto musicale, le stesse inquadrature. Si può non comprendere fino in fondo la natura di questa scommessa, si può ragionevolmente ipotizzare che la logica sia in tutto commerciale, ma non si può non ammetterne il successo finale. In un momento in cui l’animazione ha preso strade più stratificate e sperimentali, spronata dalla rivoluzione Pixar, anche al più moderno dei classici Disney non nuoce una rinfrescatina, e qui c’è abbastanza entusiasmo per un’intera boccata d’aria fresca.
Curiosamente, si diceva, non sono le novità a sedurre, le nuove canzoni non la spuntano sulle “vecchie”, il nuovo viaggio nel tempo, che approfondisce la primissima infanzia di Belle, non cambia le carte in tavole: anche se in altro modo, è ancora una volta l’animazione a vincere, lo splendido lavoro di computer grafica, l’armonia con cui si fondono, a livello di immagine, la verità dei corpi e quella dell’invenzione.
La grande rivoluzione, su un altro piano, era già stata operata col cartoon, che aveva preso la più modesta, la più dolce e umile delle figlie di un ricco mercante caduto in disgrazia e l’aveva trasformata in una ragazza orgogliosa e annoiata, una lettrice, e dunque una sognatrice, una “strana”, insomma, agli occhi del borgo ignorante e conservatore, che conteneva già in sé un’affinità, un comune sentirsi outcast, con l’altro, vero freak del racconto: la Bestia. Condon spinge su questo punto, facendo di Belle un’inventrice a sua volta (di una rudimentale lavatrice), una donna che non ha bisogno di piacere a chi non piace a lei, e arruolando un’attrice come Emma Watson, che in certe battaglie si è già mostrata addestrata e credibile, anche giù dallo schermo.
Condon affonda nell’umanità dei personaggi e convince, mentre insegue, già che c’è, un gusto più contemporaneo e post-Twilight. Kevin Kline “riempie” una figura paterna un po’ vuota, Le Tont dichiara il suo accennato sentimento omoerotico, il clima si fa più oscuro e macabro man mano che ci si avvicina al tema frankensteiniano e il racconto, sull’impossibilità di essere felici se non si è liberi, torna alla portata di tutti, o quasi.” (Marzia Gandolfi – Mymovies.it)
Anche per la stagione 2016-2017 il Cinema Margherita propone la Tessera Acec Marche. La tessera costa € 5, permette di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche.
Ingresso universitari: € 4,00