Di Giuseppe Mariucci,
MONTELPARO – Il novantesimo compleanno di Luciano Minnucci, a Montelparo, non poteva passare inosservato!
Vi chiederete: “E perché mai?”.
Perché intanto novant’anni di vita di qualunque essere umano sono un traguardo da non trascurare, poi perché quelli di Luciano, vissuti tutti in un paesino come il nostro, hanno lasciato il segno!
Luciano è nato a Montelparo il 7 marzo 1927!
Ci piace precisare che tutti i montelparesi lo chiamano comunemente “Luciano de Pirretto”! Anche a Montelparo, infatti, ogni casata possiede un soprannome che racchiude la storia di quella famiglia! Era chiamato “Pirretto” (piccolo Pirro!) il babbo di Luciano, Giuseppe Minnucci, che ovviamente ebbe grande peso nella storia del figlio.
Gran parte della sua esistenza l’ha vissuta all’interno del Convento Agostiniano dove, per tanto tempo a Montelparo, molte famiglie avevano avuto alloggio per mancanza di altre soluzioni.
Le piccole celle dei frati, che l’avevano lasciate nel 1860 quando il complesso (compresa la Chiesa di S.Agostino) passò al Comune, erano divenute cucine, camere, soggiorni. I bagni però erano condivisi da tutti quelli che vi abitavano! Qui Luciano alloggiò anche dopo aver formato una bellissima famiglia con la sua Emilia!
Da quest’unione nacquero due figli, Giuseppe e Rita.
E dall’essere “inquilino” di questa importante struttura storica a diventare sagrestano e custode di tante opere d’arte, il passo fu brevissimo!
Anche perché suo padre, “Pirretto”, e sua madre, “Peppa”, coadiuvati anche dalla sorella Filomena, lo avevano in questo preceduto!
Nel ruolo di sagrestano e custode della Chiesa di Sant’Agostino ebbe anche la responsabilità e l’onore di gestire, la notte di Natale e dell’Epifania, tutte le operazioni che portavano alla preparazione di quell’incredibile preziosità che era, ed è ancora, la Stella a 186 lumini a olio. Essa veniva, ed è ancora, innalzata manualmente con delle corde al buio nel preciso momento in cui il sacerdote officiante intonava il “Gloria”. E’ merito anche di Luciano se quella “rarità” di appuntamento qual è l’innalzamento della Stella di Sant’Agostino, oggi si perpetua ancora ed è diventata anzi, oltre che un evento storico, un’attrazione turistica.
Questo vivere giornaliero, a stretto contatto con la cultura e la religiosità, facilitò una formazione rispettosa dei valori Cristiani e dell’amore verso il prossimo. Come senz’altro favorì la chiamata del fratello Fulgenzio che, anche nella sua pur breve vita (morì molto giovane!), ebbe un ruolo importante nell’ordine religioso degli Agostiniani Scalzi!
C’è da aggiungere che, in un locale al primo piano di questa struttura monumentale, la banda locale si riuniva per le prove e la formazione musicale: Luciano la frequentò! Divenne così un valido elemento della stessa specializzandosi in uno strumento che pochi prediligevano: il “Corno”!
E, poiché nella chiesa di S. Agostino troneggiava “silenzioso” un pregiatissimo e storico Organo Cioccolani, approfittò della sua preparazione musicale per far risuonare, finalmente e spesso, le sue meravigliose note!
Per sopravvivere imparò l’arte del “ciabattino” dal babbo che era stato un valido calzolaio dello storico calzaturificio montelparese “Ermanno Dorinzi”.
Aveva i suoi clienti e lavorava, riparando calzature, presso la propria abitazione. Non disdegnava però di fare delle “giornate” aggiustando scarpe a domicilio nelle campagne circostanti. Spesso era chiamato, quale aiuto, anche dal collega “musicante/clarinettista/calzolaio” Vincenzo Mariucci (detto, per rimanere in tema di soprannomi di casata, “Vinge’ de Vracani”).
Nel frattempo, visto che abitava all’interno del monumentale, storico Convento Agostiniano, e che si occupava anche di eventi ecclesiastici, il Comune, gli affidò in gran segreto la custodia di alcune stanze vicine alla sua abitazione! Qui, ermeticamente chiusi con catenacci e chiavi, erano custoditi tantissimi reperti storici del vissuto a Montelparo dei frati agostiniani.
Oggi quei tesori fanno bella mostra di se nel visitatissimo museo creato per loro al primo piano del Convento: allora tutto fu affidato alla responsabilità e alla sensibilità di Luciano.
Ebbi il privilegio, io giovanissimo, poiché cantore della corale nella quale cantava e spesso suonava anche lui (non si contano le messe, matrimoni, funerali, cerimonie religiose, ecc. nelle quali abbiamo cantato insieme!) di essere introdotto da lui in quelle stanze: grandissima emozione e stupore!
Non avevo mai visto cose simili: arredi e paramenti sacri, ostensori, pissidi ecc., tutti in materiale prezioso! -“Non dire a nessuno che ti ho fatto vedere tutto questo”-. Mi disse!
E’ la prima volta, scrivendo queste righe, che lo rivelo dopo oltre cinquant’anni!
Con il passare degli anni e visto che iniziavano le pratiche per la ristrutturazione, fu assegnato a lui, come agli altri che vi abitavano, un appartamento normale e Luciano se ne andò dal Convento.
Rimase però, e finché poté, il sagrestano e il custode di così tanti tesori!
Una cosa simpatica fu che, quando il suo antico amico calzolaio/musicante, Vincenzo, andò in pensione dal ruolo di bidello che occupava nelle scuole elementari del paese, fu proprio Luciano, molto più giovane di lui, a sostituirlo fino al momento del pensionamento!
Altra cosa importante e particolare da ricordare è che Luciano fu il primo montelparese a ricevere l’incarico di “Ministro Straordinario della Santa Comunione” che fu istituito dal 29 gennaio 1973! Ed è molto indicativo che proprio Luciano sia stato scelto anche per svolgere questa delicata mansione che deve tener conto di una buona formazione cristiana, di una piena comunione ecclesiale, di un’assidua pietà eucaristica, di un’effettiva capacità d’incontro, dialogo, servizio con i malati e gli anziani, ecc.!
Luciano racchiudeva certamente in se tutti questi pregi!
E li racchiude ancora!
La comunità tutta di Montelparo è felice del traguardo che Luciano ha superato!
Le sue doti di semplicità, bontà e simpatia innate risplendono ancora, e sono da esempio, nei suoi lucidissimi novant’anni!
Auguri Luciano e tantissimi altri anni ancora da esistere come li hai saputi vivere tu!