Il desiderio del Papa è che “questa visita sia un abbraccio di consolazione e di incoraggiamento a tutti i cristiani del Medio Oriente; un messaggio di amicizia e di stima a tutti gli abitanti dell’Egitto e della Regione; un messaggio di fraternità e di riconciliazione a tutti i figli di Abramo, particolarmente al mondo islamico, in cui l’Egitto occupa un posto di primo piano. Auspico che sia anche un valido contributo al dialogo interreligioso con il mondo islamico e al dialogo ecumenico con la venerata e amata Chiesa copto ortodossa. Il nostro mondo, dilaniato dalla violenza cieca – che ha colpito anche il cuore della vostra cara terra – ha bisogno di pace, di amore e di misericordia; ha bisogno di operatori di pace e di persone libere e liberatrici, di persone coraggiose che sanno imparare dal passato per costruire il futuro senza chiudersi nei pregiudizi; ha bisogno di costruttori di ponti di pace, di dialogo, di fratellanza, di giustizia e di umanità”.
“Cari fratelli egiziani, giovani e anziani, donne e uomini, musulmani e cristiani, ricchi e poveri – conclude Francesco – vi abbraccio cordialmente e chiedo a Dio Onnipotente di benedirvi e di proteggere il vostro Paese da ogni male. Per favore pregate per me! ‘Shukran wa Tahiaì Misr!’ / Grazie e viva l’Egitto!”.

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