di Don Luciano Paolucci Bedini
Senza alcuna pretesa, o progetto lungimirante, ormai da anni invitiamo in Seminario i preti ordinati negli ultimi dieci anni, per una serie di tre o quattro incontri l’anno. In molte delle nostre diocesi esiste già un percorso di accompagnamento dei cosiddetti “preti giovani”, e a nessuno intendiamo sovrapporci. La nostra proposta è quella di un’amicizia, ormai divenuta “presbiterale”, da far continuare oltre gli anni della prima formazione.
L’occasione che ci diamo è quella di incontrarci in Seminario una mattina, presente l’equipe degli educatori, per condividere una riflessione su un aspetto del nostro essere preti, in un clima di ascolto sereno e accogliente, senza repliche o conclusioni; segue la preghiera condivisa con tutta la comunità dei seminaristi e il pranzo. In seguito, chi lo desidera può rimanere ancora per riposare, studiare, pregare, cogliere l’occasione di un colloquio o di un momento di fraternità con i seminaristi della propria diocesi.
Il gradimento per questa opportunità è alto, e il frutto che raccogliamo è quello di una rete di fiducia e di sostegno che ci accomuna e nutre con speranza l’esercizio diffuso del nostro ministero. Dallo scorso anno abbiamo provato ad aggiungere a questi incontri, un’uscita insieme in primavera, per visitare le bellezze del nostro territorio, gustare la fraterna amicizia, condividere le bontà eno-gastronomiche e unirci in preghiera nella Chiesa e per la Chiesa, della quale siamo figli e servi inutili. Successo garantito!
Non abbiamo voluto condividere in questi anni tematiche squisitamente pastorali, perché a questo sono deputate le sedi diocesane e parrocchiali, ma piuttosto tanti aspetti della vita del prete, della qualità della sua vita, dello spirito e dello sguardo che lo sostengono nel ministero, dei bisogni e delle fatiche che lo appesantiscono e lo minacciano.
Crediamo buono continuare ad offrire tale opportunità e speriamo di poterla arricchire e coordinare con tutte le altre iniziative a favore di chi muove i primi passi nel dono di sé. Costruire insieme una rete di solidarietà fraterna, che ci custodisca nella risposta che abbiamo dato al Buon Pastore, è un progetto tutto ancora da pensare e sviluppare, e non è possibile farlo ripiegandoci in vedute troppo ristrette, dopo aver gustato e condiviso la ricchezza e il dono di una formazione vissuta insieme a livello regionale.
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