di Giuseppe Mariucci
MONTELPARO – Come avevamo previsto Don Franco Monterubbianesi, come un fiume in piena, ci ha concesso l’intervista che segue.
Nel Natale del 1966, l’allora insegnante del liceo classico di Fermo, a poco più di trentacinque anni e prete da dieci, dava vita, insieme a un gruppo di persone disabili, all’esperienza della Comunità di Capodarco! Creò così una possibilità di riscatto concreto e di autonomia per tante persone, e, insieme, una fonte d’ideali e progettualità. Quello spirito che, negli anni a seguire, si è diffuso in Italia e nel mondo, attraverso altre comunità, centri di accoglienza, case famiglia.
L’intervista è stata concessa al nostro giornale, per sua volontà, nella sede di Montelparo di quello che oggi è il centro che ospita emigranti richiedenti asilo politico inseriti in un progetto di prima accoglienza. Durante la sua graditissima visita fatta agli ospiti, profughi africani, e al personale che per loro lavorano, ci ha voluto incontrare. Erano presenti all’incontro: Carlotta Sinatra-responsabile del centro, Francesca Mariucci-docente d’Italiano e Renata Dumitreasa-assistente.
Con riferimento al problema, oggi gravissimo, dei profughi (ma non solo!) questo è quello che ci ha voluto dire:
“Sono in visita nel Centro d’Accoglienza di Montelparo “La Sorgente” diretto da Carlotta Sinatra, perché ho lottato sempre, da oltre cinquant’anni, per l’integrazione dei disabili e degli emarginati!
Dal 1974 a Roma, nei quartieri Est, e nei Castelli Romani, ho cercato sempre l’integrazione dei disabili, lavorando con i centri sociali e le case famiglia. Collabora con noi, quale Fisiatra e Direttore Sanitario, il Montelparese Aristide Pacioni: egli ha seguito tutto lo sviluppo di questa grande iniziativa.
Dal 1997 lavoro assiduamente su di un problema gravissimo: “ll dopo di noi”! Secondo l’Istat, infatti, 250.000 disabili, che oggi vivono da soli, sono destinati a rimanere soli.
Quest’Associazione si sta dedicando nelle Marche e nel Lazio all’agricoltura con le Fattorie Sociali. A Grottaferrata c’è il più grande gruppo famiglia/laboratorio: qui i disabili e i migranti possono essere i protagonisti dell’Accoglienza Futura! Su questo cammino per i giovani e i disabili, oggi i veri emarginati, incoraggiati anche dal Papa, dobbiamo continuare perché la Chiesa sta sposando sempre di più, uscendo dall’assistenzialismo, l’aspetto dell’integrazione di cui noi siamo da sempre portatori!
Nelle Marche ho accentrato il mio lavoro in quel di Servigliano. Qui c’è la Cooperativa “Il ritorno alla terra” che si occupava inizialmente di agricoltura biologica e ora di Agricoltura Sociale.
A Roma, dove collaboro con la “Cooperativa Agricoltura Capodarco”, ho contribuito alla nascita della legge 18 agosto 2015, n. 141 disposizioni in materia di Agricoltura Sociale. Questa legge è una grande “chance” per dare lavoro ai giovani, ma anche per motivarli con un “welfare” da rinascita!
Questa mattina sono qui venuto con Paolo Berdini, originario di Santa Vittoria in Matenano (Fm) (cittadina che si trova a due passi da Montelparo), Ingegnere-Urbanista famoso (docente all’università Tor Vergata di Roma, già segretario nazionale dell’INU Istituto Nazionale di Urbanistica – collaboratore di molte trasmissioni televisive di prestigio quali Report di Rai 3 e tantissime altre. Di recente è stato alla ribalta perché, nominato assessore all’Urbanistica dalla giunta capitolina, ha dato le dimissioni dopo varie vicissitudini. n.d.r.) che cercherà di ritornare nella sua regione d’origine (le Marche) per contribuire alla ricostruzione, dopo il terremoto, affinché essa venga effettuata sul piano dei valori su cui vanno formati i giovani. Il primo di questi valori è l’accoglienza: e qui devo citare quale meraviglioso esempio, l’esperienza di Monte Pacini, una proprietà del Comune di Fermo di tredici ettari di terreno, con casa colonica “storica” e un “nuovo” edificio a un piano. Essa fu sede di una comunità terapeutica di recupero per tossicodipendenti della rete della Comunità Incontri di Don Pierino Gelmini, che possedeva la propria casa madre ad Amelia, e realizzava l’allevamento di maiali e produzione di grano e cereali. Dopo una parentesi, dal 2008, in cui Montepacini fu assegnata in comodato gratuito a un’associazione privata, il 12 marzo del 2012 il Comune di Fermo, rientrò in possesso della proprietà con l’intento di favorire un progetto finalizzato a promuovere l’agricoltura sociale per l’inclusione di minori e giovani adulti disabili. Oggi questo centro conta la presenza di venti famiglie di ragazzi disabili che vi lavorano! Importante fondamento nella condivisione dei principi che hanno ispirato la convenzione ONU sui diritti delle persone disabili, ovvero la necessità di operare per un radicale cambiamento di prospettiva: dalla cultura dei “bisogni” delle persone disabili a quella dei diritti e del contrasto di ogni forma di discriminazione.
Sono oggi venuto a visitare il “Centro d’Accoglienza La Sorgente” di Montelparo e mi sono reso conto in prima persona di quanto i cittadini montelparesi siano stati accoglienti e comprensivi circa i problemi di queste persone!
Oltre ai disabili, perciò, dobbiamo essere disponibili ad accogliere i migranti! Il rifiuto a riceverli è il grande scandalo dell’Europa!
L’Italia deve seguire l’esempio di Papa Francesco che ci dice di accogliere queste persone che combattono per il loro futuro. Noi, che da anni lottiamo per l’integrazione, dobbiamo collaborare con il Papa secondo, come suggerisce lui stesso nella sua lingua spagnola, la forza delle tre “T”: “Techo” (tetto), “Trabajo” (lavoro), “Tierra” (terra)! Il 25 febbraio scorso, ricevendoci in udienza, il Santo Padre ha finalmente riconosciuto, nel suo valore, il significato cristiano dell’impegno di tutta la Comunità di Capodarco ed è stato bellissimo: questo riconoscimento ci deve dare profonda gioia e stima di noi! “Continuate così” ci ha detto il Papa, per il bene della Società e della Chiesa.
Tutto questo, al di là delle diverse fedi a cui apparteniamo.
Noi, nelle Marche, abbiamo il grande valore della terra, della cultura e della storia! In essi, i nostri fratelli, possono trovare il loro futuro e l’ideale dell’accoglienza!
Sull’esempio di Danielle (ospite Camerunense del Centro di Prima Accoglienza di Montelparo recentemente assunta dall’Hotel Leone) e del suo sorriso aperto e contagioso al rientro dal lavoro!
Concludendo, auspico fortemente che su questi valori sia ricostruita la nostra bella terra Marchigiana e il Fermano scosse dai guasti del recente Sisma!”
Questa, quindi, è l’intervista che, con grande energia contagiosa, Don Franco Monterubbianesi, ottantasei anni il 30 Maggio 2017, ci ha concesso! Ne scaturisce la Sua grande voglia di comunicare, di aiutare chi è in difficoltà, ma soprattutto la grandezza del Suo cuore! Un cuore aperto e ancora gonfio di sofferenza, per la difficoltà che vede nell’integrazione in questa turbolenta società dei giovani delle Marche, d’Italia, d’Europa, “…ma direi di tutto il mondo” (come ha testualmente affermato)!