“L’obiettivo vero da raggiungere non è un reddito per tutti, ma il lavoro per tutti, perché senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti”. Ne è convinto il Papa, che rispondendo alle domande dei lavoratori dell’Ilva ha definito “ideologia” il pensare che “solo un terzo dei lavoratori lavoreranno e gli altri sono mantenuti da un assegno sociale”. “Il lavoro di oggi e di domani sarà diverso, forse molto diverso – pensiamo alla rivoluzione industriale – ma dovrà essere lavoro, non pensionati, lavoro!”, ha ammonito a braccio: “Si va in pensione all’età giusta, è un atto di giustizia, ma è contro la dignità delle persone mandarle in pensione a 35-40 anni, dargli l’assegno dello Stato e avanti. Ho da mangiare sì, ho la dignità no, perché non ho lavoro”. “Senza lavoro si può sopravvivere, ma per vivere occorre il lavoro, e la scelta è fra il sopravvivere o il vivere”, il grido d’allarme, soprattutto riguardo ai giovani. “Voi sapete la percentuale di giovani disoccupati dai 25 anni in giù che ci sono in Italia? Cercate le statistiche”, l’invito sempre a braccio: “E questa è un’ipoteca per il futuro, perché questi giovani crescono senza dignità, perché non hanno il lavoro che è quello che dà la dignità. Un assegno statale, mensile che ti faccia portare avanti la famiglia non risolve i problemi. Il problema va risolto col lavoro per tutti”.

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