DIOCESI – Lectio delle Monache Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto sulle letture di domenica 4 giugno 2017.
«La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”».
I discepoli sono nascosti, hanno le porte chiuse su tutto ciò che li circonda.
Sono le porte chiuse del timore dei Giudei che avevano ucciso Gesù, della paura di essere anche loro accusati, ricercati, imprigionati, della paura del futuro, di loro stessi, le porte chiuse della loro fede debole e incongruente. La paura di noi stessi, degli altri, di situazioni ed esperienze che sfuggono al nostro controllo. Uomini e donne che fuggono per paura, paralizzati dalla paura, senza il coraggio che viene dalla convinzione e dalla fiducia, dalla fede in colui che avevano seguito senza capirlo totalmente in profondità.
Sono le porte chiuse dell’impossibilità: di cambiare vita, carattere, atteggiamento; la paura che la nostra vita non cambi o torni ad essere quella di prima.
Sono le porte chiuse dell’incomunicabilità: di una vita che non comunica, che non vive…in noi stessi e fuori di noi.
Qual è la Buona Notizia che la Solennità della Pentecoste ci dona?
Che Gesù passa attraverso tutte queste porte chiuse, che Gesù entra nelle nostre paure, nella nostra non vita per aiutarci a discernere a separare ciò che è buono da ciò che non serve, ciò che è vita da ciò che conduce alla morte.
«Ricevete lo Spirito Santo»: è il dono di una storia che diventa nuova!
«Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo». Da una storia che i discepoli pensavano finita, il Signore spalanca loro le porte di una storia che li vede coinvolti e protagonisti in prima persona. Una storia abitata dallo Spirito, una storia in cui Cristo sta in mezzo, al centro, al cuore!
«…cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi»: non è un fenomeno da baraccone religioso ma quell’annuncio autentico, vero del Cristo morto e risorto capace di far sì che ogni uomo vi si legga dentro!
La Pentecoste è cominciare a donare la propria vita per la Buona Notizia, stando accanto all’altro con la propria identità di discepolo, con umiltà, con fermezza e senza paura! E’ questa la testimonianza di uno Spirito che ha davvero riempito tutta la nostra vita, accendendo in essa il fuoco dell’amore del Padre.
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