ZENIT / di Paul De Maeyer
Ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti alla Plenaria della Congregazione per il Clero, papa Francesco si è soffermato oggi, giovedì 1° giugno 2017, sui giovani e in particolare sui giovani sacerdoti.
“Bisogna ammettere che, spesso, i giovani sono giudicati in modo un po’ superficiale e troppo facilmente sono etichettati come generazione ‘liquida’, priva di passioni e di ideali”, ha detto il Pontefice.
La presenza di “giovani fragili, disorientati, frammentati o contagiati dalla cultura del consumismo e dell’individualismo”, quindi non deve far dimenticare che i giovani sono “capaci di scommettere ‘fermamente’ sulla vita e di mettersi in gioco con generosità”.
Riflettendo sul fascino della chiamata e le esigenze impegnative che essa comporta, il pensiero del Papa è andato in particolare ai giovani preti, che “vivono la gioia degli inizi del ministero e, insieme, ne avvertono il peso”.
Per questo motivo, il Pontefice ha voluto incoraggiare i giovani preti. “Voi siete scelti, siete cari al Signore! Dio vi guarda con tenerezza di Padre e, dopo avere fatto innamorare il vostro cuore, non lascerà vacillare i vostri passi”, così ha detto.
Ai vescovi invece il Papa ha lanciato un doppio messaggio, un doppio monito. Prima di tutto ha messo i pastori in guardia dalla tentazione dei “posti vuoti”. “Non riempire quei posti con gente che non è stata chiamata dal Signore, non prendere da qualsiasi parte”, ha detto. “Accogliere soltanto perché abbiamo bisogno, cari vescovi, questa è un’ipoteca per la Chiesa!”, ha detto Francesco, che ha ripetuto: “Un’ipoteca”.
Poi ha chiesto ai vescovi di non lasciare i giovani preti da soli e di essere “vicini” a loro. “Quante volte io ho sentito le lamentele di sacerdoti”, ha detto il Papa, facendo un cenno al fatto che molti vescovi — super impegnati e con una fitta agenda di impegni — non hanno tempo da dedicare ai loro sacerdoti. “Non si può far crescere e santificare un sacerdote senza la vicinanza paterna del vescovo”, ha avvertito il Pontefice, che ha raccontato di rallegrarsi quando incontra sacerdoti giovani. “In loro vedo la giovinezza della Chiesa”, ha detto.
Il Papa ha dato tre consigli ai sacerdoti, soprattutto ai preti giovani, prima di tutto di “pregare senza stancarsi”. Infatti, così ha osservato, “possiamo essere ‘pescatori di uomini’ solo se noi per primi riconosciamo di essere stati ‘pescati’ dalla tenerezza del Signore”. “Se non rimaniamo strettamente legati a Lui, la nostra pesca non potrà avere successo”, ha avvertito il Papa, che ha invitato i sacerdoti a mettersi quindi “in ascolto della Parola di Dio e sostare davanti al Tabernacolo”, ma anche di ascoltare il proprio corpo, che essendo “un bravo medico” “ci avvisa quando la stanchezza ha superato i limiti”.
Il secondo consiglio è “camminare sempre”, “perché un prete non è mai ‘arrivato’”. “Resta sempre un discepolo, pellegrino sulle strade del Vangelo e della vita”, ha spiegato Francesco, che ha messo in guardia del “tarlo dell’autoreferenzialità”.
Poi, il terzo ed ultimo punto o atteggiamento è “condividere con il cuore”. “La vita presbiterale non è un ufficio burocratico né un insieme di pratiche religiose o liturgiche da sbrigare”, ha detto. “Essere preti è giocarsi la vita per il Signore e per i fratelli, portando nella propria carne le gioie e le angosce del Popolo”, così ha aggiunto, mentre ha ricordato che “i giovani non hanno bisogno di un professionista del sacro o di un eroe che, dall’alto e dall’esterno, risponda ai loro interrogativi”, ma “sono attratti piuttosto da chi sa coinvolgersi sinceramente nella loro vita, affiancandoli con rispetto e ascoltandoli con amore”.
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