Padre Justo Antonio Lo Feudo
GROTTAMMARE – Chiarisco questo importantissimo soggetto qual è preservare il silenzio nella cappella dove il Santissimo Sacramento è adorato in Adorazione Perpetua. Quanto sarà ora detto, va riferito soltanto all’Adorazione perpetua e non ad altre modalità che non escludono canti e preghiere dette ad alta voce. Queste sono tutte ovviamente modalità rispettabili che non intendo discutere circa la loro validità ma semplicemente ribadire cosa si deve comprendere come Adorazione Perpetua. Adorazione Eucaristica Perpetua è adorare sempre il Signore in silenzio. “Sempre” significa mai interrompere l’adorazione e mai interrompere il silenzio. In altre parole, le note caratteristiche sono la perpetuità dell’adorazione nella permanenza del silenzio adorante.
Il silenzio ha un grandissimo valore perché solo nel silenzio è possibile ascoltare Dio. Dio abita nel silenzio. Perciò dobbiamo custodire il silenzio, custodire la grazia di avere un luogo sacro dove si adora solo in quel silenzio che favorisce l’incontro con il nostro Creatore e Salvatore. Quando così adoriamo il Santissimo, è Lui, il Signore, che dalla sua Presenza eucaristica parla al nostro silenzio.
Il diritto al silenzio viene dal dovere di ascoltare Dio e dal bisogno di guarire da tanto rumore malsano che trascina e inquina le nostre anime. Infatti, abbiamo l’urgente necessità di avere il nostro deserto perché Dio ci chiama al silenzio del deserto: “Io la sedurrò (l’anima), la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2:16). I profeti Mosè, Elìa, Giovanni il Battista, si incontrano con Dio nel silenzio del deserto. Nostro Signore si allontanava per pregare ed adorare il Padre nel silenzio e passava notte intere in adorazione.
Nella Santa Messa si deve rispettare il sacro silenzio dopo la comunione sacramentale per approfondire quell’intimo incontro personale. Lo stesso accade durante l’adorazione silenziosa, perché è questo proprio stesso sacro silenzio che permette in modo eccelso quella comunione, quel “rimanere in Lui e Lui in noi che porta molto frutto” (Cf. Gv 15:5). Quando lasciamo che in quei momenti di apparente inazione, di silenziosa quiete è Lui che agisce e ci trasforma, sono i momenti in cui meglio accogliamo le sue grazie e intensifichiamo il nostro rapporto di amore e di fede col Signore. Perciò il silenzio è essenziale alla nostra crescita spirituale.
Il silenzio di cui vi parlo è il silenzio sacro dove lasciamo tutto lo spazio al Signore. Si tratta di quel silenzio esteriore che aiuta il necessario silenzio interiore. Per esperienza propria sappiamo che quando si arriva alla cappella di adorazione si porta con sé il rumore del mondo e la risonanza di quel rumore nei nostri cuori, e in più tutto ciò che noi stessi generiamo e che ci allontana da Dio. Quante volte dobbiamo passare forse mezz’ora o di più, prima di tranquillizzare il nostro animo, acquietare i nostri pensieri!
Il silenzio non ci isola dagli altri ma fa sì che tutti rimaniamo centrati nel Signore che adoriamo. Il Silenzio è anche rispetto per l’altro. E permettere a ciascuno di avere il suo proprio rapporto con Dio. Mentre uno, magari recita silenziosamente il suo Rosario, un’altro medita la Parola, un altro è coinvolto nelle sue preghiere di intercessione, oppure si lascia abbracciare dal Signore. E tutto avviene in quel silenzio eloquente che ci permette di penetrare nel più profondo del suo amore, come la colomba nascosta nelle fenditure della roccia. Così l’anima si fonde silenziosamente in Dio, nel cuore di Cristo trafitto per amore e viene sigillata con la pace.
Il Silenzio accoglie chi è lontano da Dio e arriva alla cappella perché il Signore lo ha chiamato (e lui non lo sa). Questa persona niente sa di preghiera ma percepisce (questa è l’unanime testimonianza che raccogliamo da tutte le cappelle) la pace che viene da quell’atmosfera silenziosa ma piena della presenza di Dio. Entra e rimane lì e desidera tornare per ritrovare quella pace, quel silenzio tanto accogliente in cui la grazia di Dio può agire senza interferenze.
Ciononostante il Signore agisca sempre e in ogni circostanza, la presenza del Signore che viene adorato nel Santissimo Sacramento in silenzio dimostra come in questo ambito si fa presente con tanta maggior efficacia il Suo potere di attrazione da Cuore a cuore. Nel silenzio adorante avvengono la nascita della vita interiore e la costante crescita spirituale. Per questo non dobbiamo avere paura del silenzio.
A volte viene richiesta anche solo un’ora al mese di animazione con canti o preghiere vocali ma anche questo non deve avvenire nella cappella di adorazione perpetua perché una volta che si apre all’eccezione si è aperta la porta ad altre ore “eccezionali”. Così come non si può interrompere l’adorazione allo stesso modo non si deve interrompere il silenzio.
Dall’altra parte, sempre ci saranno diverse occasioni in altri luoghi, fuori delle cappelle di Adorazione Perpetua, per esprimere la fede a voce, per cantare e lodare Dio con la musica.
Che i nostri canti e i nostri inni di lodi si alzino a Dio nel silenzio!
“Cari fratelli e sorelle! Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche quella di chi ci sta accanto, degli altri” (Papa Benedetto XVI. 4 luglio )