di Paola Travaglini
MONTEPRANDONE – Sabato 10 Giugno ,presso la Sala Giovanni Paolo II della parrocchia Sacro Cuore di Centobuchi, in conclusione della festa dello Spirito Santo ,evento proposto da RNS (rinnovamento nello Spirito nelle diocesi di San Benedetto,Ripatransone, Montalto) , è intervenuto il biblista e professore ordinario presso lo Studio Teologico Accademico di Trento Gregorio Vivaldelli.
Nella sua grande esperienza di evangelizzazione, Vivaldelli ha riletto e rivisitato la Divina Commedia , ricercandone la fonte e il senso dell’amore utilizzato da Dante per descrivere il cammino effettuato che porterà ad arrivare al senso di esso . Da alcuni anni sta girando l’Italia con delle conferenze su Dante Alighieri e, ultimamente, anche su opere d’arti per far conoscere la bellezza dell’arte in genere.
“Il Primo Amore non ti scorda mai “ è stato il titolo dell’incontro : analizzando bene il testo, Dante si rivolge allo Spirito Santo.
Grazie ad esso abbiamo la misericordia di Dio, è l’amore fondamentale che ci permette di andare avanti. “La Divina Commedia è stata pensata per tutti – afferma Vivaldelli- per condividere il suo tesoro , scrive questa somma opera in volgare proprio per far comprendere al popolo questa ricchezza , con lo scopo principale di farsi capire. Inoltre , simboleggia la Trinità in quanto mette in relazione te stesso, gli altri e Dio . In quest’opera ,lo scrittore analizza la vita reale per questo scrive tre canti :Inferno, Purgatorio e Paradiso. L’inferno è quel luogo che Dio ci garantisce per difendere quanto hai di più prezioso, la libertà: questa è ciò che rende una persona umana . Il messaggio che ci vuole dare è quello di aiutarci ad essere felici , ad essere noi stessi .
Sono tre i movimenti egli che fa: scendere nell’Inferno, salire la montagna (Purgatorio) e volare verso nuovi cieli. Questi sono i simboli che lo scrittore utilizza ma nella visione generale dell’oltretomba dantesco scendere negli inferi è già un salire verso il purgatorio: se riconosci i tuoi difetti , stai già elevandoti verso nuovi cieli ovvero, verso in un percorso d’amore. I tre canti finiscono tutti con l’icona delle stelle, su quest’ immagine straordinaria che ci aiuta ad andare avanti ma dobbiamo riuscire ad alzare lo sguardo riuscendo a riflettere su noi stessi e sul cammino che siamo chiamati a fare. Il messaggio è quello di non fermarsi ma andare avanti: solo attraverso il cammino si scopre l’umiltà e le difficoltà della vita .
“Un grazie a Gregorio che è stato capace di farci entrare in questo mistero di misericordia – ha affermato Francesca Piersimoni (coordinatrice regionale Rinnovamento dello Spirito ) – che umanamente è sempre più difficile da capire e da attuare nella nostra vita; quest’esperienza ci aiuta a condividere la fede e a viverla in modo concreto e umana. Abbiamo una grande responsabilità in quanto come cristiani portiamo vita e misericordia”.