ZENIT / di Anita Bourdin
“Accogliamoli come ospiti privilegiati alla nostra mensa”. Questo il gesto concreto suggerito da papa Francesco in occasione della prima Giornata Mondiale dei Poveri. L’evento verrà celebrato ogni anno — come stabilito dal Pontefice nella sua Lettera Apostolica “Misericordia et misera” — nella ricorrenza della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, che quest’anno cade il 19 novembre.
Il primo messaggio di Francesco per la prima Giornata è stato pubblicato oggi, martedì 13 giugno 2017, giorno della memoria liturgica del Dottore della Chiesa e amico dei poveri Sant’Antonio di Padova (1195-1231)(o Sant’Antonio da Lisbona, come è conosciuto in Portogallo), sotto il titolo “Non amiamo a parole ma con i fatti”.
Nel documento, il Pontefice italo-argentino invita i fedeli e le parrocchie di creare nella settimana precedente al 19 novembre “tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto”.
Papa Francesco suggerisce inoltre di invitare i poveri e i volontari a partecipare insieme all’Eucaristia di questa domenica, “in modo tale che risulti ancora più autentica la celebrazione della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, la domenica successiva”.
Quello che desidera il Papa è un vero e proprio “incontro” con i poveri del quartiere. “In questa domenica, se nel nostro quartiere vivono dei poveri che cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro: sarà un momento propizio per incontrare il Dio che cerchiamo”, sottolinea il Santo Padre.
Nell’ottica del Pontefice, questa celebrazione costituisce un vero ed autentico contributo all’annuncio del Vangelo. “I poveri — così afferma infatti al termine del suo messaggio — non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo.”
La Giornata — così ricorda Francesco — è anche un’occasione per riscoprire il “Padre nostro” come la “la preghiera dei poveri”.
Del resto, “l’amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri”, così ammonisce Francesco.
Per Jorge Bergoglio, i poveri sono infatti “la carne di Cristo”. “Se vogliamo incontrare realmente Cristo, è necessario che ne tocchiamo il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro della comunione sacramentale ricevuta nell’Eucaristia”, afferma.
“Il Corpo di Cristo, spezzato nella sacra liturgia, si lascia ritrovare dalla carità condivisa nei volti e nelle persone dei fratelli e delle sorelle più deboli”, prosegue il Papa, che cita una bellissima frase di San Crisostomo: “Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è nudo; non onorate il Cristo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità” (Homiliae in Matthaeum, 50, 3: PG 58).
Perciò, il Papa esorta i fedeli a seguire “il Cristo povero” e di vivere il consiglio evangelico della povertà nello spirito di Francesco d’Assisi. “Se, pertanto, desideriamo offrire il nostro contributo efficace per il cambiamento della storia, generando vero sviluppo, è necessario che ascoltiamo il grido dei poveri e ci impegniamo a sollevarli dalla loro condizione di emarginazione”, così afferma Jorge Bergoglio, che ricorda che la povertà è “frutto dell’ingiustizia sociale, della miseria morale, dell’avidità di pochi e dell’indifferenza generalizzata”.
Con l’istituzione della Giornata Mondiale dei Poveri papa Francesco esaudisce il “grande” desiderio espresso l’11 novembre scorso dal fondatore e responsabile dell’associazione “Lazzaro”, Etienne Villemain, in occasione del pellegrinaggio internazionale “Fratello 2016”. (pdm)
Il testo integrale è disponibile qui.