Leggi le precedenti interviste a Lorena Ulpiani Sara Palladini Alessandra Bucci Marco Marziali Giulietta Straccia, Mirella Ruggieri Tiziana Marchionni, Milena Bernardini, Barbara Tomassini, Paolo Piunti, Antonio Lera, Gianni Marcantoni, Giuseppe Palestini, Genti Tavanxhiu, Giuseppe Alesiani, Carla Civardi, Tanya del Bello, Giacomo Cagnetti, Fabrizio Mariani, Simona Tesei, Giarmando Dimarti, Leo Bollettini, Salvo Lo Presti, Bianca Maria Romano, Gabriele Baglioni e Antonio Biocca
Per la nostra rubrica questa settimana abbiamo intervistato Federico del Zompo
Come è nata la passione per la foto? Perché si crea? Cosa intendi trasmettere con le tue opere?
Normalmente da molti si sente dire che la passione per la fotografia la si ha avuta da sempre, fin da bambini, ma nel mio caso è stato semplicemente una serie di coincidenze che solo alcuni anni fa mi hanno portato a preferire la narrazione visiva rispetto ad altre forme espressive. Attraverso un viaggio fatto nel 2014 è nato il desiderio di far vedere in maniera semplice tutte le bellezze che mi circondano, che penso ormai abbiamo perso l’abitudine di osservare come il sorriso di una persona, il volo di un gabbiano, il sorgere del sole, il tramonto di una giornata che termina o di un cielo stellato.
Se dovessi spiegare in poche righe il tuo pensiero artistico ad un ragazzino cosa gli diresti? Lo incoraggeresti nel mondo della fotografia?
Amando la fotografia paesaggistica, direi semplicemente al ragazzino di imparare a guardare attraverso un obiettivo il mondo che lo circonda per poter cogliere l’attimo….La fotografia permette “di estraniarsi” temporaneamente dal mondo moderno e rallentare il ritmo della vita e gustare la quiete e la pace che la natura ci trasmette.
Cosa preferisci fotografare? Quali soggetti?
Come ho detto prima amo fare foto di paesaggi….Quindi trovarsi davanti a un bel panorama la mattina presto o la sera significa trovare un certo grado di placida contemplazione, assorbire l’atmosfera della natura e gustare questa sensazione di calma e di silenzio, dove il ritmo della vita trova il suo naturale rallentamento.
Come nasce “Fotoamatori piceni”?
Mi piace uscire anche con degli amici, amici con i quali condividiamo la stessa passione in spirito di amicizia e fraternità e con questo spirito è nato il gruppo “Fotoamatori Piceni”.
Il tuo ricordo piu’ bello legato all’arte? (un premio, un
riconoscimento, una foto ben riuscita….)
La mia passione per la fotografia e recente e sinceramente non ho mai partecipato a dei concorsi o degli eventi particolari ; per il momento è bello ricevere da le persone che incontro i complimenti per i miei scatti…e ascoltare le loro sensazioni che queste trasmettono.
Ricordo ancora l’emozione e soprattutto l’indecisione nella scelta fatta alcuni anni quando decisi di vendere un regalo della mia amata nonna per acquistare la mia prima macchina fotografica.
Oggi posso dire con certezza che fu una scelta azzeccata e che il suo regalo ad un bambino adolescente nel tempo si è trasformato in una passione. Pensò che sarà felice nel vedere quel regalo ora sempre nelle mie mani e non nel fondo di un cassetto.
Il tuo mondo di fantasia è popolato da …..
Forse sarò un po’ romantico ma attraverso le immagini soprattutto quando sono al porto e vedo il mare, i gabbiani le barche mi piace vedere un filo di congiunzione con i miei nonni e mio padre che della loro passione per il mare ne hanno fatto il loro lavoro…e ora io attraverso le foto mi piace stabilire nella mia fantasia un filo di continuità con loro e con le mie origini.
Progetti artistici per il futuro?
Al momento le mie foto le condivido con la famiglia, gli amici o tramite i social….
Recentemente l’associazione culturale “IL ROMPIBOLLE” in collaborazione con la Caritas diocesana mi ha incaricato di curare una raccolta fotografica che verrà chiamata “Incontri”: l’idea è quella di raccogliere in un dvd, una sorta di book fotografico, le foto che narrano la nascita dell’amicizia tra noi sambenedettesi e i terremotati, in particolare quelli di Accumoli. Questo libro virtuale fa parte di un progetto più ampio che ha visto Il Rompibolle impegnato a “ridare il senso di quotidianità” alle popolazioni colpite dal sisma, partendo dalla musica. Ecco perché tra il gruppo di fotografi, che coordinerò nella scelta delle foto, ci saranno alcuni accumolesi che fanno parte del coro e della banda di Accumoli.
Il sogno nel cassetto è quello di realizzare forse un giorno una piccola mostra fotografica parlando attraverso le immagine della mia amata città San Benedetto del Tronto.
La foto che non hai ancora fatto e che vorresti fare…..
A volte mi sembra di arrivare in dei luoghi o dei posti proprio quando Dio li ha resi pronti affinché qualcuno scatti una foto……quindi secondo me non ci sarà mai una foto che vorrei fare ma il desiderio di trovarmi sempre al posto giusto nel momento giusto
Per fare delle belle foto ci vuole ….
Per fare delle belle foto ci vuole passione, sensibilità e amore….La qualità dell’attrezzatura è importante ma dietro una macchina fotografica c’è sempre una persona e il suo modo di vedere la realtà e perché una foto possa essere bella deve possedere la scintilla dell’anima di chi la scatta.
La foto che non dimenticherai mai?.
Penso che la foto che non dimenticherò mai è una foto che ho fatto a Papa Francesco….me lo sono trovato dinanzi si è girato mi ha guardato e mi ha sorriso….. è stata veramente una grandissima emozione….e oggi come oggi emozionarsi non è più una cosa così scontata.
Arte e spiritualità nella tua opera. Spirito Religioso o misticismo entrano nella foto artistica?
Penso che la fotografia sia uno strumento di documentazione e condivisione che tocca il punto più intimo della nostra anima. Raccontare storie attraverso immagini richiama costantemente quanto la fotografia sia la battaglia dell’umano, e non della tecnologia, della vanità o del linguaggio, è la battaglia per dare un significato alla nostra vita in questo mondo.
La fotografia è il desiderio di fare una cosa bene, per noi e per gli altri, è il terreno della libertà a cui spesso non siamo più abituati, è il luogo della riflessione e del pensiero, dove l’artista entra in dialogo con la profondità del proprio essere come nella preghiera.
Per essere grandi fotografi, oltre che una buona conoscenza tecnica e un costante esercizio, occorre un legame fecondo con la propria anima, che va coltivato giorno per giorno, uscendo dalla banalità di una visione ordinaria e scontata del mondo per ritornare alla capacità di stupirsi che hanno i bambini.
“Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.” (Mt 18, 4).
Ediardo
Il nostro fantastico Fede !!