ZENIT – di Anne Kurian
La presenza silenziosa del papa emerito Benedetto XVI “fa molto bene alla Chiesa e al popolo di Dio”. Lo ha affermato mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, in occasione della presentazione del libro “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Immagini di una vita”, avvenuta ieri, mercoledì 14 giugno 2017, presso la Camera dei Deputati.
Il volume, scritto da Maria Giuseppina Buonanno e Luca Caruso in occasione del 90° compleanno di Joseph Ratzinger, manifesta “molto affetto, sostegno, incoraggiamento e gratitudine”, non solo dal mondo cattolico, nei confronti del Papa emerito, ha continuato mons. Gänswein, le cui parole sono state riportate dall’agenzia SIR.
Il segretario particolare di Benedetto XVI ha anche raccontato qualche novità del Papa emerito. “Ogni sera facciamo una piccola passeggiata, che inizia e finisce davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini vaticani e diciamo il rosario”, ha dichiarato Gänswein, il quale ha poi aggiunto che “prima era una lunga passeggiata, ora il raggio si è ridotto ma la forza del cuore è aumentata”.
“La presenza del Papa emerito è molto silenziosa e molto gradita da tante persone e soprattutto attiva nella preghiera”, ha detto il prefetto della Casa Pontificia. “Non parlando, parla: è un parlare in modo silenzioso che credo faccia bene a molte persone, fa molto bene alla Chiesa e al popolo di Dio.”
All’incontro ha partecipato anche padre Federico Lombardi SJ, presidente della Fondazione Ratzinger, che ha descritto il libro come “un racconto completo e attendibile, anche illustrato con fotografie, alcune più rare e altre più note, che ci fanno apparire il volto di Joseph Ratzinger, soprattutto il suo sguardo, i suoi occhi limpidi e profondi di un cercatore della verità, che sono permanenti, dall’infanzia fino ad oggi”.
Il volume “ci aiuta ad avere il gusto di riflettere sull’esistenza di un uomo straordinario nel suo complesso”, ha proseguito il già portavoce vaticano, che ha anche voluto ricordare il “merito storico” di Benedetto XVI nell’affrontare lo scandalo degli abusi sessuali perpetrati da membri del clero, “dal riconoscimento della responsabilità, all’incontro personale con le vittime, all’impegno per il perdono, per la sanzione dei colpevoli e per l’appropriazione di una vera cultura della protezione delle vittime”.
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